A cura della Redazione
Tavolo istituzionale di coordinamento presso l’Auditorium degli scavi di Pompei sulle grandi opere di restauro e messa in sicurezza del Grande Progetto Pompei La giornata è servita a fare il punto sulle procedure ed il monitoraggio sui lavori e la regolarità dei flussi finanziari derivanti dai medesimi. Bisognava anche affrontare gli aspetti problematici di un’attività così complessa. Il Sistema del controllo finanziario relativo alle operazioni di restauro delle domus pompeiane organizzato dalla Direzione Generale del Grande Progetto Pompei (GPP) e dalla Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia con i Prefetti Alessandra Guidi (coordinatore del Comitato per l’Alta Sorveglianza delle Grandi Opere) e Silvana Tizzano (coordinatore Gruppo di lavoro per la legalità e la sicurezza del GPP), i diretti protagonisti (quadri della Soprintendenza e imprenditori impegnati nelle opere del Grande Progetto Pompei, si pone costantemente l’obiettivo di impedire le infiltrazioni della criminalità organizzata e le attività di riciclaggio senza rallentare (nei limiti del possibile) le procedure burocratiche di concessione degli appalti a la realizzazione delle opere. Il sistema di monitoraggio è stato spiegato ai diretti interessati con riferimento alle procedure informatiche di alimentazione delle banche dati, alla raccolta e alla gestione delle informazioni sui movimenti finanziari e alle modalità di produzione dei coefficienti segnaletici d’allarme. In coincidenza con detto incontro è stata diffusa la notizia di una "interrogazione a risposta in commissione" presentata dalla deputata Chiara Di Benedetto del M5S relativamente alla concessione d’appalto per due progetti di restauro. E’ normale l’allarme che deriva dalla fondata preoccupazione dell’interrogante .“L’affidamento dei lavori di ristrutturazione sarebbe stato concesso alla Samoa, legata alla famiglia Caccavo, che è sotto processo per aver deturpato il territorio ed una zona archeologica tra le più conosciute al mondo. Il teatro è tornato recentemente ad essere fruibile al pubblico mentre tutta l´area archeologica deve essere ancora messa in sicurezza e ristrutturata. La cattiva gestione del territorio non può e non deve perpetrarsi” Si legge nell’interrogazione M5S che richiede quali misure intende attuare il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per evitare che i lavori ricompresi nel «Grande Progetto Pompei» siano gestiti da società la cui affidabilità ed onorabilità è ancora tutta da verificare in giudizio dinanzi alle autorità competenti alla stessa ditta che ha "ristrutturato" il Teatro Grande di Pompei. Opera che notoriamente ha comportato forti polemiche sia per la qualità dei lavori che per i fondi spesi (molto superiori a quelli stanziati) da parte del Commissario di governo Fiori, dotato di poteri speciali. Bisogna segnalare che tutta l’iniziativa di restauro grande è ancora sotto il vaglio della magistratura penale e che l’interrogazione parlamentare di cui si parla ha visto come ispiratori i componenti del M5S di Pompei. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2