A cura di Anna Casale

Gino Strada, medico, attivista e filantropo, fondatore dell’Ong “Emergency” è morto in Normandia all’età di 73 anni.

Nato a Sesto San Giovanni il 21 aprile 1948, laureato in Medicina e Chirurgia specializzandosi in chirurgia d'urgenza. Negli anni Ottanta, negli Stati Uniti, approfondisce la chirurgia cardiopolmonare, in cui si specializza. Tra la fine degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta lavora con il Comitato Internazionale della Croce Rossa in varie zone di guerra: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. 

Dalla vita di campo in prima linea tra le vittime dei conflitti fonda con la moglie, Teresa Sarti, ed altri colleghi “Emergency”, un’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo.

L’Ong negli anni ha salvato milioni di persone, fornito assistenza gratuita e costruito in oltre diciotto paesi del mondo ospedali e presidi di primo soccorso. Nel 2006 “Emergency” è riconosciuta partner delle Nazioni Unite - Dipartimento della Pubblica Informazione, nel 2015 entra a far parte del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite -Ecosoc- come associazione in Special Consultative Status, nel 2018 partner ufficiale dell'European Union Civil Protection and Humanitarian Aid.

Gino Strada, l’uomo che credeva in un mondo migliore. In cima alle sue priorità curare e salvare le vittime innocenti della guerra, della fame e della povertà. Non nascondendosi dietro nessun tipo di retorica quando si trattava di doversi scontrare e criticare ed esprimere il proprio malcontento nei confronti dei governi dei potenti sulle questioni più disparate, dal commercio delle armi agli interessi economici dietro le guerre, dalla corruzione nella sanità alla questione dell’immigrazione.

“Quel che facciamo per loro, noi e altri, quel che possiamo fare con le nostre forze, è forse meno di una gocciolina nell’oceano. Ma resto dell’idea che è meglio che ci sia, quella gocciolina, perché se non ci fosse sarebbe peggio per tutti. Tutto qui. È un lavoro faticoso, quello del chirurgo di guerra. Ma è anche, per me, un grande onore". Tratto dal “Pappagalli Verdi” che Strada scrisse nel’99. Una raccolta di storie di bimbi e adulti mutilati dalle mine antiuomo.

Cecilia Strada, alla notizia della scomparsa del padre ha scritto su Facebook: “Amici, come avrete visto il mio papà non c'è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio. Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere...beh, ero qui con la ResQ - People saving people a salvare vite. E’ quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre".