A cura della Redazione

È stato molto partecipato il primo appuntamento, dello scorso martedì 28 novembre, del Dibattito pubblico sul progetto dell’Alta velocità ferroviaria per il Mezzogiorno riguardante il tracciato Romagnano-Buonabitacolo-Praia a Mare, di quasi 97 chilometri, che costerà 8 miliardi di euro finanziati dal Fondo complementare, sarà realizzato in 6/8 anni, vedrà l’impiego di quasi 85mila addetti a tempo pieno e, secondo le stime tecniche, genererà un valore aggiunto di 6,1 miliardi di euro e poi un incremento di 230 milioni di euro del traffico turistico e di quello business.

Ha introdotto i lavori il professore Roberto Zucchetti, che in premessa ha chiarito l’essenziale scopo informativo dell’incontro on line con cui è iniziata la procedura obbligatoria del Dibattito pubblico sui lavori in progetto.

I responsabili tecnici di Rfi e Italferr hanno illustrato le valutazioni preliminari e i dettagli progettuali. In particolare, l’ingegnere Marco Marchese, responsabile per Rfi del progetto dell’Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, ha inquadrato il contesto complessivo in cui si inserisce l’opera in discussione, caratterizzato da ulteriori interventi strutturali, come il potenziamento della trasversale ferroviaria Battipaglia-Taranto e il raddoppio della galleria Paola-Cosenza per consentire il trasporto delle merci dal porto di Gioia Tauro lungo la ferrovia adriatica  

L’ingegnere Pietro Bruni, della Direzione investimenti di Rfi, ha sottolineato la forte riduzione dei tempi di percorrenza da Napoli a Reggio Calabria e verso altre località, per esempio Potenza, e la complessità delle opere dell’Alta velocità ferroviaria da realizzare per il Sud, comprendenti integrazioni alla rete delle merci e collegamenti infrastrutturali anche con gli aeroporti.

«Stiamo parlando – ha chiarito Bruni, con riferimento alla nuova linea dell’Alta velocità ferroviaria verso la Calabria – di zone in cui gli spazi disponibili per realizzare nuove infrastrutture sono molto limitati: abbiamo montagne a picco sul mare e tratti molto spesso urbanizzati, con aree franose e altri problemi di conformazione del territorio». Nicol Mancuso, project engineer di Italferr per i lotti 1B e 1C, ha evidenziato che «la velocità massima di progetto è pari a 300 chilometri orari». «Al contempo – ha aggiunto – andiamo a incrementare l’accessibilità al sistema ferroviario mediante la realizzazione di interconnessioni, cioè di collegamenti tra questa nuova linea di progetto e la linea della rete esistente, nonché mediante la realizzazione di una nuova stazione ad Alta velocità in corrispondenza del Vallo di Diano», nei pressi dell’uscita autostradale di Buonabitacolo (Salerno).

Giuseppe Crisà, ingegnere di Italferr, ha descritto minuziosamente il progetto sottoposto al Dibattito pubblico.

Luca Colacillo, architetto di Italferr, ha spiegato come è stato determinato il tracciato in esame: attraverso l’analisi «delle innumerevoli preesistenze»; la considerazione dei beni paesaggistici tutelati da Parchi, da Riserve e dal Sito Unesco, che include la Certosa di Padula; lo studio accurato degli impatti, in modo da approntare le migliori soluzioni a salvaguardia della biodiversità, della bellezza e dell’integrità del territorio.

Alessandra De Lucia, ingegnere di Italferr, si è soffermata sugli aspetti di sostenibilità ambientale e sociale, tra l’altro precisando che «il 93 per cento della produzione dei materiali di scavo si utilizzerà internamente al cantiere e all’esterno per attività di rimodellamento morfologico e ripristino ambientale delle cave dismesse, mentre il 7 per cento della produzione di codesti materiali sarà gestito come rifiuto e almeno il 70 per cento dei rifiuti prodotti verrà avviato a recupero».