A cura della Redazione
Il “Puc partecipato”, illustrato dal consulente esterno del comune Pasquale Miano, è la terza versione in ordine di tempo di un progetto destinato ad orientare il profilo urbanistico della nuova Pompei. Ha cominciato l’assessore Palma con i “Parchi tematici”. Ha proseguito Gambardella con “La città della conoscenza”. Ora siamo giunti alla terza stesura. La novità è che i criteri di fondo sono annunciati dal progettista designato dal Comune anziché dall’assessore al comparto (incaricato dal sindaco per l´organizzazione con i commercianti dei mercatini natalizi). Siamo al bilancio di cinque anni di lavoro (è del 2005 la prima manifestazione pubblica sul Puc). Da allora sono stati impegnati (e quasi spesi) almeno cinquecentomila euro. E’ stato anche completato un lavoro d’indagine e di rilievo del territorio preparatorio a quello di piano. A questo punto restano da definire gli spazi di pertinenza dei parcheggi pubblici, l’area alberghiera, quella commerciale e tutta una serie di servizi e collegamenti urbani tra centro e periferie di Pompei. Lavoro che richiede un passaggio politico (per le scelte strategiche che non sono state ancora enunciate) per approdare in un secondo momento al disegno della nuova configurazione urbana e di parziale trasformazione della realtà esistente. A questo punto è lecito chiedersi quanto tempo resta per vedere il progetto definitivo. Dal Palazzo i tecnici si danno la scadenza della primavera 2011. Se così è, che bisogno c´è di varianti al piano regolatore considerato che nel 2005 fu chiesto di attendere il varo del Puc? Da allora sono passati cinque anni, illustrate tre successive proposte alternative da parte di illustri accademici chiamati da D’Alessio. Sono state spese anche cifre ingenti per pagare gli onorari ai consulenti esterni e predisporre le mappe dell’ufficio di piano. Come mai solo ora (se è vero che siamo in dirittura d’arrivo) il sindaco è diventato favorevole all’iniziativa degli imprenditori privati che chiedono di risolvere a stralcio il problema di estensione (orizzontale o verticale) delle proprie aziende? MARIO CARDONE