A cura della Redazione
Cinque giovani delinquenti in manette è il risultato di una brillante operazione di polizia portata a termine, nel corso del pomeriggio di ieri, dai carabinieri della caserma di Pompei, diretta dal maresciallo capo Tommaso Canino. L’arresto è scattato dopo una denuncia di un giovane pompeiano di 18 anni (residente a Scafati) che è arrivato in caserma in brutte condizioni fisiche: aveva il volto tumefatto ed era dolorante dappertutto perché aveva ricevuto dal branco selvaggio, formato da cinque giovani di Torre del Greco (tre maggiorenni e due minorenni), una serie nutrita di calci e pugni in tutte le parti del corpo. Il ragazzo pompeiano si era salvato dall’aggressione del branco, senza essere stato rapinato, grazie all’intervento provvidenziale di un adulto e si è immediatamente recato a sporgere denuncia nella caserma dei carabinieri, da dove è immediatamente partita una gazzella che si è spostata sul territorio seguendo le indicazioni fornite dal diciottenne aggredito. Quando i cinque sono stati rintracciati ed arrestati, si trovavano vicino ai binari della Circumvesuviana, alle spalle del Santuario della Madonna del Rosario. Erano intenti a portare a compimento un altro colpo criminoso: una rapina ai danni di minorenni. In questo caso si trattava di tre adolescenti che avevano meno di quattordici anni. I tre ragazzi, impauriti dalle minacce di percosse, avevano già consegnato al branco gli orologi, i portafogli ed i telefonini. I cinque delinquenti arrestati sono stati prima portati nella caserma dei carabinieri per l’identificazione e la schedatura di rito, successivamente a tre aggressori adulti (tra i quali un pregiudicato) è toccata la "residenza" del carcere di Poggioreale, mentre i due minorenni sono stati tradotti presso la struttura restrittiva dei Colli Aminei. La piaga dell’invasione (specie nei fine settimana) di bande di giovani delinquenti, a Pompei, è, purtroppo, senza fine. Non bastano i blocchi stradali: carabinieri, poliziotti e recentemente anche agenti di polizia urbana si appostano frequentemente in via Plinio, via Mazzini, mentre il sagrato del Santuario è sempre sotto monitoraggio e presidiato costantemente. Molti giovani arrivano dai paesi vesuviani con la precisa intenzione di delinquere, ben sapendo che Pompei è sempre frequentata da visitatori che viaggiano riforniti di contanti. La presenza costante di delinquenza giovanile a Pompei comporta anche il traffico della droga (fumo e cocaina). Un quadro d’insieme che provoca le reazioni esasperate dell’Arcivescovo-Prelato, Carlo Liberati, che non protesta contro forme di malcostume da cronaca nera nelle immediate vicinanze della casa del Signore, dove invece è d’obbligo il silenzio ed il raccoglimento. MARIO CARDONE