A cura della Redazione
Pompei. Se ne parla ancora a Pompei e dintorni della magnifica serata di giovedì scorso, allietata dal canto melanconico di Gino Paoli, e dai magnifici “assolo” al pianoforte di Danilo Rea. L’incanto del manto stellare è quello di sempre nelle serate magiche di Pompei. A qualcuno è mancata la cornice del Teatro Grande degli scavi archeologici. Tutti si augurano che il punto di ritrovo centrale dell’antica Pompei torni a rivivere come una volta, ospitando eventi che solo a Pompei possono entrare nella storia. L’altra faccia della medaglia è che, nell’occasione, è stata recuperata alla funzione civile piazza Immacolata, sita proprio in prossimità delle celebrate antiche rovine. L’Amministrazione comunale di Pompei ha giustamente avuto parole di sentito ringraziamento per la Regione Campania. L’Ente, riguardo agli eventi estivi (Lune di Pompei negli scavi archeologici e DiVino Jazz in una serie di iniziative promozionali e spettacolari a Torre del Greco e nella città mariana) ha avuto un occhio di riguardo per la città degli scavi, finanziando eventi di prestigio internazionale che puntiano alla promozione turistica del Vesuvio, del mare, degli scavi archeologici e del vino locale. La serata di giovedì è stata di quelle eccezionali da riporre nell’archivio delle serate indimenticabili di Pompei, dove hanno calcato il palcoscenico il fior fiore degli artisti di tutto il mondo. Il cantante Gino Paoli, con la sua melodia anni ‘70, che ha scandito gli attimi più belli della nostra vita, ha fatto rivivere al pubblico momenti magici ai non giovanissimi. Mentre ai più giovani ha proposto l’interpretazione di alto profilo di brani di bossanova e standard hazz. Le improvvisazioni estrose al piano di Danilo Rea, sempre nel rispetto melodico del repertorio, hanno fatto la differenza, strappando applausi prolungati ad un pubblico attento che ha dimostrato di gradire. Paoli e Rea hanno ripagato il calore concedendo un bis ed ancora un altro bis. Una citazione a parte merita l’iniziativa innovativa degli aperitivi (a base di vino del Vesuvio) in jazz all’ingresso degli scavi archeologici (esibizione musicale del Mimmo Langella Trio, Matteo Franza Trio e Magica Boola Band). La trovata è del dinamico regista della manifestazione, Gigi Di Luca. Forse la kermesse deve essere approfondita, ma è già un punto di forza nella promozione del vino e dell’archeologia e del jazz. E’ rimasto perplesso qualche operatore turistico “vecchio stampo”. “Non era meglio un brano come O’ Sole mio?”, ha osservato Mario Falanga, decano dei ristoratori dell’ area di Porta Marina, dimostrando di apprezzare comunque lo spirito dell’iniziativa che punta a intrattenere i turisti con un linguaggio che è comune a tutti loro: quello della musica jazz. MARIO CARDONE (foto Titti Fabozzi)