A cura della Redazione
Scoperti stamattina due nuovi crolli negli scavi di Pompei. Uno è stato notato da un operaio addetto alla scerbatura, l’altro per segnalazione da parte di un custode. Attenzione, però. Si tratta di muri di epoca moderna che forse hanno ripercorso antiche strutture. A darne la notizia è stato l’Ufficio Stampa del sottosegretario Riccardo Villari, che ha preceduto tutti. Oramai è in corso una gara nel dare notizie di crolli su Pompei. Il comunicato stampa del sottosegretario ai Beni Culturali, con delega su Pompei, ha precisato che a cadere sotto le piogge incessanti di questa notte sono stati un muro nell´area fuori Porta Ercolano lungo la via dei Sepolcri, e un altro muro sito nella zona occidentale. I primi a recarsi sul posto in sopralluogo sono stati la soprintendente archeologa Teresa Cinquantaquattro insieme ai carabinieri, che operano per conto della Procura di Torre Annunziata che ha aperto un fascicolo a partire dal cedimento della Schola Armaturarum. "Il governo nazionale non ha realizzato nulla degli impegni presi - è stato il commento della senatrice Pd Anna Maria Carloni, che era stata in visita agli scavi di Pompei -. Il rischio è quello che quest´ultimo crollo, a un anno dal cedimento della Domus dei Gladiatori, venga strumentalizzato dal governo per resuscitare improvvidi commissariamenti e provvedimenti straordinari eccezionali che si sono rivelati inefficaci e dannosi”. Considerazione che coincide con quella espressa da molti esponenti della società civile e del business turistico locale. A detsrae preoccupazione, a parte il balletto delle dichiarazioni, è soprattutto uno scenario d’immobilismo totale su cui emerge, con espedienti di tattica politica, il sottosegretario Villari che, secondo la Uil, “si è lasciato andare ad una serie di dichiarazioni trionfalistiche sulla rinascita di Pompei, finanziamenti, assunzioni e nessun taglio da parte del Ministero”. Dichiarazioni integrate successivamente “con il giochetto dello scaricabarile, lasciando intendere che se ritardo c´è, nella messa in sicurezza di Pompei, è dovuto al cattivo funzionamento dell´Amministrazione”. L’ipotesi formulata dalla Uil è che si punti di nuovo sul commissariamento. Intanto, vanno avanti le indagini della magistratura sulla precedente gestione commissariale. Il tutto mentre la Procura di Torre Annunziata ipotizza il reato di "crollo colposo", lamentandosi della scarsissima collaborazione avuta nell´indagine sul crollo della Casa dei Gladiatori. I fondi a disposizione del Mibac sono passati in sette anni dallo 0,34 allo 0,18 per cento dell´intero bilancio dello Stato. Il caso Pompei dimostra un colpevole immobilismo e qualche sfrenato protagonismo, mentre la politica di tagli dissennati sta mettendo gravemente a rischio il patrimonio culturale vesuviano, fornendo altri motivi di ridicolo internazionale. “Il piano degli interventi che viene fatto passare per Pompei non è di 105 milioni ma di poco più di 85 milioni, mentre parte di tali risorse vanno fuori dagli scavi”. E´ la denuncia della segreteria nazionale Uil, che chiede che le risorse previste per Pompei siano impiegate esclusivamente nella messa in sicurezza degli scavi. Altra urgenza riguarda l’assunzione di personale tecnico e di vigilanza. Ciliegina sulla torta, la Uil chiede che “si cambi subito la soprintendente, che non è in grado di gestire Pompei“. MARIO CARDONE