A cura della Redazione
Aveva fatto scattare la dura reazione delle prostitute (la maggior parte rumene e dei paesi dell’Europa orientale) che esercitano a Pompei. Le donne erano state derubate in diverse circostanze dell’incasso giornaliero raccattato con sacrifici e umiliazioni dopo ore di attese. Subendo, per di più, l’inclemenza del vento e della pioggia lungo gli angoli dei marciapiedi di Pompei. Il bottino giornaliero è rappresentato da soldi incassati tra i pericoli e i sospetti legati ai clienti occasionali, tristi consumatori del sesso a pagamento. Il delinquente abituale era stato più di una volta denunciato per scippi, maltrattamenti e taglieggiamenti. Giuseppe Guastafierro è finito agli arresti domiciliari. La misura cautelare è stata decretata dal magistrato di Torre Annunziata sulla base di una dettagliata denuncia dei carabinieri della caserma di Pompei, comandata dal maresciallo capo Tommaso Canino. I militari sono riusciti a rintracciare e mettere in manette il Guastafierro, un trentenne pregiudicato residente a Pompei, sulla base del riconoscimento su repertorio fotografico consultato attentamente dalle "lucciole" pompeiane. Ora non potrà più minacciare quelle povere donne indifese. Non potrà più allontanarsi dalla sua abitazione fino al processo che sarà celebrato per direttissima. Tempi duri per passeggiatrici e trans che un tempo erano i signori della movida notturna pompeiana nell’area prospiciente gli scavi archeologici. Ora le superstiti di quei tristi mestieri sono state decimaei a seguito del duro contrasto delle forze dell’ordine, mentre una rete di protagonisti di seconda fila della delinquenza locale e le gang di adolescenti le minacciano e le assaltano tutte le sere. A tal punto che alcune di esse si sono “comprate” un protettore, vale a dire hanno fatto un vero e proprio patto con qualche delinquente che frequenta le strade della prostituzione: si paga un pizzo settimanale (che si aggira intorno ai 200 euro) per essere lasciate in pace. La maggioranza però si è ribellata a questa schiavitù, ed ha avuto soddisfazione rivolgendosi ai carabinieri. MARIO CARDONE