A cura della Redazione
Pubblichiamo la nota a firma di Tonino Scala (foto), responsabile Enti locali di Sinistra Ecologia Libertà, a commento della decisione del sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, di chiedere i controlli antimafia sui portatori della statua di San Catello, di cui il 19 gennaio si celebrerà la festa prorpio nella città stabiese. San Catello “deve avere” il certificato antimafia. Alle ditte che gestiscono i rifiuti ed agli amministratori delle partecipate non serve esibire tale documentazione? Oggi, sugli organi di stampa appare la lettera dell´ex assessore Balestrieri del comune di Castellammare allontanato, a suo dire, perché aveva chiesto la certificazione antimafia alle ditte che hanno gestito l´emergenza rifiuti. La risposta del sindaco? Chiedere i certificati antimafia ai portatori della statua del Santo Patrono? Che dire: “Santu Catiè miettece a mama toia!”. Mentre l’ex assessore chiede i certificati antimafia delle ditte coinvolte nello smaltimento e stoccaggio rifiuti, guarda la coincidenza il sindaco Bobbio (per non rispondere) chiede i certificati antimafia ai portatori della statua di San Catello. Una coincidenza troppo ravvicinata! Ma quando fornirà gli elementi richiesti dall’ex assessore? So che per il sindaco una pagina di giornale o un passaggio per le tv nazionali vale più di un gesto concreto contro la camorra, ma la città non ha bisogno di gesti eclatanti, bensì di fatti concreti. Fedro in una delle sue più belle favole affermava: Peras imposuit Iuppiter nobis duas: propriis repletam vitiis post tergum dedit, alienis ante pectus suspendit gravem. Ovvero: “Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti, e, davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri”. Sembra scritta proprio per il nostro sindaco! Oggi lei chiede i certificati antimafia per i portantini, ma quando ci fornirà le delucidazioni sull’affaire Multiservizi. E perché non ha chiesto agli amministratori della cosa pubblica, da lui nominati, i certificati antimafia? Tutti i suoi uomini nelle partecipate hanno consegnato i certificati? E che vogliamo dire dei suoi referenti di partito Cosentino e Cesaro? La legalità vale solo per gli altri? Basta con le carnevalate la nostra città ha bisogno di essere governata. Altro che questione politica: qui la vicenda si fa seria”. Continua il responsabile enti locali di Sel Napoli, commentando la lettera dell’ex assessore Balestrieri (pubblicata questa mattina da alcuni organi di stampa, cacciato, a suo dire, dal sindaco della città delle acque perché troppo ficcanaso: con una nota aveva chiesto delucidazioni su assunzioni, certificazioni antimafia, appalti nella vicenda rifiuti). Quello che oramai sta diventando sempre più l’affaire Multiservizi assume trame sempre più fosche. Non trattasi di una scaramuccia per vicende legate alla poltrona di assessore, qui le cose sono molto più serie e gravi. Il sindaco Bobbio non può trincerarsi dietro comunicati folkloristici e sanguigni, come lui stesso li definisce. Il sindaco, in quanto primo cittadino, ha l’obbligo “morale” di mostrare alla città i certificati antimafia chiesti dall’assessore. Lasciare la città in un clima di sospetto, non aiuta un territorio così bistrattato. In un momento difficile per il paese e per la città non ci possono essere ombre. Sicuramente le certificazioni antimafia rientrano nei requisiti minimi per poter smaltire rifiuti ed immagino che questa certificazione sia in possesso della Multiservizi, la società comunale che ha in gestione il servizio. Il sindaco non avrebbe dovuto fare altro che mostrarle, per non lasciare nel limbo una città che ha bisogno di trasparenza in ogni suo atto. Bobbio non può continuare a dire che l’assessore è un Carneade quando lui stesso lo ha nominato! Non si può non rispondere ad una nota, ad un atto pubblico che getta ombre sull’operato della gestione della cosa pubblica. Un sindaco che ha fatto della legalità e della lotta alle illegalità la sua ragione di vita non può e non deve sottacere. Prenda i certificati richiesti e li mostri alla città. È o non è questo un atto di trasparenza? È o non è questo un gesto per tacitare ogni dubbio? Cosa ha da nascondere? La smetta di fare comunicati ricchi di astio che fanno pensare altro. Questa vicenda merita un approfondimento serio. E la magistratura? Le forze dell’ordine? Rispetto a queste accuse, ha verificato ciò che dice l’assessore oramai ex? Mi auguro che questa storia possa avere una fine nel più breve tempo possibile e mi auguro che il sindaco aiuti questo processo. Quanto alla vicenda San Catello, è vero che la camorra in molte città utilizza i Santi per mostrare il proprio potere, ma la vicenda di Castellammare cosa ha a che vedere con la camorra? Il sindaco afferma nella sua nota “…la statua del Santo Patrono fu fatta fermare in prossimità dell´abitazione di un noto pregiudicato…“, ma lui sa che cos’è la chiesa di Porto Salvo dove si è fermata la statua? Lo sa da quanti anni si ferma la statua? Lo sa che i portatori sono ex voto? Lo sa che non esiste più un comitato per la festa ed è il comune ad organizzare il tutto? Quale sarebbe in questa circostanza l’interesse della camorra sulla festa? E poi di quale camorra, visto che nel centro storico orami non esiste più un clan ma tanti e divisi in tanti mini clan? Da ex magistrato dovrebbe saperlo. Oppure con la processione del Santo, e solo per quel giorno, si raggiunge una pax camorristica? Una nuova pista per gli inquirenti!!! Vero… non ci avevo pensato, bisognerebbe approfondire. Oppure San Catello è ostaggio di un solo clan e quale? Vuoi vedere che l’ultima guerra di camorra nella città è avvenuta per la gestione della processione! A volte non so se ridere o se piangere. Meglio concludere con una battuta: sono sicuro che San Catello capirà, è pur sempre il santo patrono dei forestieri! Tonino Scala