A cura della Redazione
L’opinione pubblica pompeiana sta prestando la massima attenzione alle notizie di prima mano che arrivano dal tavolo politico dei cosiddetti dissidenti (i consiglieri comunali Raffaele Marra, Alfonso Conforti, Carmine Cirillo, Attilio Malafronte, Raffaele Matrone e Luigi Ametrano), unitamente al contributo dell’ex vicesindaco Claudio Alfano e ad Arturo Sorrentino (anche lui ex consigliere comunale ma della tornata precedente) che si è allargato ai gruppi coordinati rispettivamente da Elio D’Aquino, Domenico Di Casola e Ferdinando Uliano. Il primo è un avvocato di Torre Annunziata, il secondo (anche lui avvocato) presidente di consiglio comunale una decina d’anni fa, il terzo già candidato a sindaco che avrebbe rimesso momentaneamente in “frigorifero” la sua aspirazione con lo scopo di cercare una soluzione condivisa al tavolo dei “dissidenti”. Uliano si è caratterizzato nella fase preparatoria della campagna elettorale amministrativa di maggio per la grande trasparenza delle sue decisioni politiche e dei principi che le ispirano (legalità e ricambio della classe dirigente). E’ mancata una sua dichiarazione sul suo “ultimo passo”, considerato che ha scelto quattro alternative possibili. Oltre al tavolo dei dissidenti (a cui ha per il momento aderito), lo scenario politico in vista delle prossime amministrative vede in campo il movimento “E-laboriamopompei” di Carmine Lo Sapio, che sta ancora sfogliando la margherita, “Primavera Pompeiana” con Luigi Acanfora (sempre se non ci ripensa) e Maria Padulosi, che ha ultimamente dichiarato di voler conoscere i suoi candidati uno ad uno. «Dal momento che si riferiscono alla mia persona, è giusto che io sia informata su ognuno di loro». Ha spiegato la Padulosi, facendo ricorso al principio di correttezza interna e nei confronti degli stessi elettori. In questa fase preparatoria il principio di legalità sta intervenendo (insieme ad altri) a base della scelta del candidato a primo cittadino. Pompei è una città all’attenzione del mondo intero, che non può consentirsi un sindaco inadeguato. Per cui presentare pubblicamente una persona per bene e con le carte in regola deve essere sentito come una priorità. Saranno, in un secondo momento, gli stessi aspiranti alla prima poltrona della città di Pompei (come ha dichiarato la Padulosi) a controllare che i rispettivi sostenitori non facciano fare a loro stessi una brutta figura. Soggetti pregiudicati tra i probabili candidati non pare ce ne siano in nessuna lista in allestimento. In qualche caso può esserci qualche situazione giudiziaria in via di definizione, vale a dire senza condanne definitive. In tutti i casi le “brutte figure” le fanno fare ai responsabili gli eventuali “trascorsi” degli aspiranti amministratori di Pompei, specialmente se hanno ricoperto incarichi pubblichi. Agli elettori, il 25 maggio (giorno della consultazione elettorale), basterebbe, a questo punto, non avere la memoria corta. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2