A cura della Redazione
Un’affollata assemblea pubblica a Palazzo de Fusco, convocata dal sindaco di Pompei Ferdinando Uliano, ha assunto un significato emblematico di forte di protesta contro il Governo del Paese che a tutt’oggi non ha a ancora reso operante sul territorio nazionale la volontà popolare che ha decretato che la gestione dell’acqua ritorni integralmente alle amministrazioni comunali. Dopo l’assise del 5 novembre, a cui hanno partecipato 26 Comuni che hanno richiesto al Governo la restituzione delle competenze in materia d’acqua, ora la mobilitazione popolare si rivolge direttamente all´esecutivo nazionale per un suo intervento diretto, che contrasti l’arroganza dei commissari regionali che continuano ad esercitare i poteri in sostituzione degli Enti local . In particolare, il commissario dell´Ente d´Ambito Sarnese Vesuviano (Ato) ha prodotto una serie di provvedimenti che hanno gravato sulle risorse finanziarie degli utenti del territorio e, da ultimo, le partite pregresse ante 2012, che stanno scatenando sul territorio un’ondata di proteste. E così´ il sindaco Uliano, unitamente all’assessore Pietro Amitrano, ha firmato un pubblico manifesto con cui ha convocato un’assemblea dei cittadini sul problema del caro acqua. All’incontro c’è stata la partecipazione, tra gli altri, del responsabile regionale della rete dei comitati per l´acqua pubblica, Giuseppe Grauso, e del responsabile del comitato di Pompei Domiziano Graziani. Hanno spiegato agli intervenuti che non bisogna farsi intimidire chiedendo alla legge di tutelare i propri diritti. E’ nata una vera e propria mobilitazione popolare a Pompei dopo che la Gori Spa (società di gestione dell’Ato 3) ha emesso bollette gravate anche di tariffe relative a consumi pregressi anteriori al 2012. Bollette che non sono state pagate e che la gente si rifiuta di pagare anche in futuro. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2