A cura della Redazione

Un progetto dell’amministrazione comunale di Pompei, che porta la firma dell’assessore al turismo Pietro Orsineri, prevede l’iniziativa di recupero urbanistico di un luogo della memoria come il Parco della Fonte Salutare, vera e propria villa comunale, area a verde, di svago per i bambini e di ristoro della salute posta nel cuore del centro storico della città moderna, alle spalle di Palazzo de Fusco  (sede monumentale della Casa comunale) che ha ai due lati l’Ospizio Bartolo Longo (all’interno il teatro Di Costanzo Mattiello) e Piazza Schettino, con il primo circolo didattico di Pompei. Altra faccia della stessa medaglia (perché l’iniziativa del progetto è complementare) è l’organizzazione del premio internazionale di archeologia “Amedeo Maiuri”, che sotto la direzione artistica del giornalista Carlo Manfredi (ex direttore della rassegna mensile dell’amministrazione comunale D’Alessio) intende proporre all’attenzione del ceto scientifico internazionale una serie di eventi che valorizzino sul piano dello sviluppo sostenibile l’immenso patrimonio costituito dagli Scavi archeologici di Pompei e degli altri siti vesuviani.

Il Premio è intitolato a Maiuri, mitico archeologo al cui nome sono legate le più recenti affascinanti scoperte di Ercolano, Capri e Pompei. Dotato di risorse finanziarie pari a 195 mila euro (66% a carico della Regione Campania, il restante 34% a carico del Comune di Pompei) il progetto deliberato dall’amministrazione Uliano ha come responsabile il dirigente del sesto settore, ingegnere Michele Fiorenza, che ha partecipato con esito positivo al POR Campania 2007 – 2013 “Itinerari”. Le due iniziative (il restauro della Fonte ed il Premio Maiuri), apparentemente molto diverse tra loro, sono due facce della stessa medaglia perché legano due tematiche, lontane storicamente ma  complementari, al filo rosso della memoria pompeiana che comprende da una parte il giacimento culturale costituito dal parco archeologico di 66 ettari, comprendente un’intera città con le testimonianze storiche di una vita civile e privata interrotta dalla tragedia che sembra ancora palpitante nelle stesse vittime (calchi) carbonizzate a seguito di una epocale tremenda sciagura vulcanica, intervenuta nel 79 dopo Cristo. Su un altro versante c’è il “totem” della fonte carbonica. La Fonte Salutare che dà il nome all’omonimo Parco, che è stato oggetto di un intervento pubblico nel 2008 per iniziativa della passata amministrazione. Intervento che ha avuto esito negativo sotto parecchi punti di vista, lasciando un’eredità di degrado e di illegalità che l’Amministrazione attuale intende risolvere come segnale positivo di svolta civile, che parte dalla memoria della fonte d’acqua ferrata che in un tempo non molto lontano è stata una delle “icone” della fattività marcata Bartolo Longo. Difatti è stata una delle “molle” che ha messo in moto il piccolo miracolo economico di una Pompei che nel dopoguerra immaginava un futuro di turismo termale, tant’è vero che lo stesso Municipio (all’epoca Palazzo de Fusco) era stato pensato in quella direzione.

Il nuovo progetto della Fonte Salutare parte dalla volontà di ridare vita e funzione strategica all’acqua, un bene riconosciuto come fonte di vita dai cittadini di Pompei. L’acqua, elemento propulsivo di civiltà che collega la fioritura economica della città antica alla progettualità turistica di quella moderna, che ora si rinnova nel  “giardino della memoria” che intende salvare dal verde quanto di buono è rimasto.

Il giardino della Fonte sarà arredato da pezzi di archeologia industriale dell’antica fonte carbonica che restaurata alla miglior maniera ritornerà a zampillare come una volta. “Intendiamo riproporre in una forma fruibile l’antica socialità dell’antica Fonte”. Ha dichiarato il sindaco Uliano, preservando quanto possibile con i soldi a disposizione in un’area comunale dedicata principalmente ai giochi dei bambini, lo svago delle famiglie ed il riposo degli anziani.