A cura della Redazione

«Non solo il vino ma tutta l’alimentazione degli antichi pompeiani è oggigiorno materia di approfondita osservazione e studio negli Scavi archeologici di Pompei».

Lo ha dichiarato il soprintendente archeologo Massimo Osanna nel presentare la sedicesima edizione del tradizionale appuntamento della vendemmia, che richiama sempre un gran numero di osservatori, turisti ed operatori della comunicazione.

Ogni anno che passa la manifestazione si estende a nuovi temi coinvolgendo le scuole ed altri operatori della cultura. Nell’anno dell’Expo dedicato all’alimentazione, era d’obbligo tracciare il filo rosso tra l’antica cucina pompeiana e la dieta mediterranea che è alla sua base. La vendemmia  è oggigiorno un consolidato  appuntamento di tradizione dell’area archeologica che, nella giornata di giovedì 29 ottobre, ha visto il lavoro della raccolta delle uve nei vigneti dell’area orientale della città antica.

Il progetto è nato in via sperimentale nel 1994 su poco più di un ettaro di terra degli scavi archeologici, grazie ad una convenzione tra la Soprintendenza e l’azienda vitivinicola campana Mastroberardino, che oltre a prendersi cura dei vigneti, produce il pregiato vino Villa dei Misteri. La vendemmia si svolge ogni anno in diversi appezzamenti di terra coltivati a vite all’interno del parco archeologico di Pompei, per un’estensione complessiva di poco più di un ettaro e per una resa potenziale di circa 30 quintali d’uva. 

Il vino Villa dei Misteri, prodotto da un mix di uve della qualità piedirosso e sciascinoso e dalle caratteristiche uniche in quanto realizzato secondo le tecniche di viticoltura di duemila anni fa, rappresenta uno dei tanti filoni culturali a cui far ricorso per raccontare Pompei e per valorizzarla in un quadro complessivo di difesa del paesaggio e dell’ambiente. L’attività fa parte dal punto di vista scientifico dallo studio del Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza che analizza le relazioni tra botanica e archeologia.

Sempre il Laboratorio di Ricerche Applicate è impegnato in un progetto scolastico con l’Istituto Superiore di Agraria “Vesevus-Cesaro” di Boscoreale, con gli studenti che operano nel vivaio degli scavi di Pompei al fine della riproduzione di antiche colture e della manutenzione dell’orto Botanico del Parco. E’ degna di menzione, inoltre, un’iniziativa culturale che si svolge in parallelo presso la Soprintendenza di Pompei, Ercolano e Stabia sull’utilizzo della calce nella Pompei antica, dal momento che questo antico elemento di costruzione ha contribuito a far sorgere non solo ville patrizie e case popolari ma molte altre strutture ed opere d’arte (come gli affreschi), oltre ad essere indispensabile nei restauri.