A cura della Redazione

“Perché il mondo è in fiamme? Come spiegarlo ai ragazzi fuori dai luoghi comuni dopo la strage a Parigi del Bataclan?”.

La preside del liceo Pascal di Pompei, Filomena Zamboli, ha presentato con queste riflessioni il convegno svoltosi il 19 gennaio scorso presso l'Istituto scolastico. Obiettivo dell'incontro era quello di educare i giovani allievi al rispetto ed al dialogo tra le diverse culture religiose, in particolare le tre religioni monoteistiche che hanno avuto origine nella stessa terra (medio oriente)  ed hanno molti punti di contatto.

Hanno partecipato il Vescovo-Prelato di Pompei Tommaso Caputo, l’Imam di San Marcellino (Caserta) Nasser Hidouri, Francesco Villano, presidente dell’associazione di amicizia ebraico cristiana a Napoli (AECNA), che hanno risposto ai quesiti posti dai ragazzi sui motivi profondi dei contrasti che stanno incendiando Stati e civiltà di molti Paesi sulla base della diversità delle etnie e dei credi religiosi.

Motivi che nascondono interessi più profondi non facilmente comprensibili. Il dibattito è stato moderato da Diana Pezza Borrelli, responsabile del movimento dei Focolari, che ha argomentato: «La chiave per avere la pace consiste nel fare agli altri quello che vorresti gli altri facessero per te». Un concetto di fondo, espresso da Monsignor Caputo, ha illuminato il seguito della discussione. «E’ fondamentale vivere bene la propria religione - ha sostenuto il presule pompeiano - perché il Paradiso non deve essere solo nell’aldilà, ma prima di tutto sulla terra» .

Alla domanda "quali sono le ragioni del fascino psico-sociale che i giovani figli di immigrati in Europa subiscono dalla propaganda mediatica dell’ISIS", rivolta dagli studenti agli intervenuti, Nasser Hidouri ha risposto che alla base di tutto bisogna andare a fondo delle problematiche socio-economiche dei diversi territori e delle politiche di guerra che sono state immaginate per far prevalere una fazione sulle altre sfruttando la bandiera religiosa.

Parole, quelle usate da Nasser nel dialogo con i ragazzi, che sono all’antitesi dei deliri dell’ISIS, ma che invece sono state condivise dai rappresentanti delle altre religioni presenti al convegno. Perché quando si dialoga sui valori umani i punti di contatto tra le diverse culture religiose sono molti di più dei motivi di divisione.

Alla fine prevalgono per tutti i valori della solidarietà e di rispetto per il "diverso". La conclusione è per il disarmo delle giovani coscienze. Resta l’impegno condiviso di vegliare tutti insieme (ognuno nel suo ambito), a partire dal giorno dopo, affinché tanti propositi si traducano in comportamenti concreti a favore della pace condivisa.