A cura della Redazione

La società civile del territorio vesuviano ha chiesto di avere un ruolo nella progettazione Fs dell’Hub turistico di Pompei che il governo ha calato dall’alto senza interpellare né i cittadini né i suoi rappresentanti istituzionali. Questo ragionamento è emerso come sintesi di tre convegni che si sono tenuti nel centro mariano venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 febbraio.

Gli studi urbanistici sulla buffer zone, più o meno autorevoli condotti dai tecnici, le argomentazioni dei politici insieme a quelle degli operatori turistici hanno delineato differenti profili di un unico disegno rappresentato in tre diversi dibattiti dove il minimo comune multiplo è rappresentato dall’esigenza di rispetto del territorio in termini di sostenibilità ambientale, di legalità e soprattutto di priorità urbanistica ed economica. Significa che se si migliora un sistema di collegamento ferroviario (quale dovrebbe essere il ruolo dell’interscambio tra le linee ferroviarie EAV e FS) esso deve risultare utile anche ai residenti e l’opera pubblica non deve essere costruita contro gli interessi locali, anzi li deve potenziare. Il problema concreto per i pompeiani a questo punto è quale figura istituzionale potrà avere l’autorevolezza di porsi con pari dignità al tavolo di gestione della buffer zone per chiedere tutto il rispetto per il territorio. Se è vero che gli Scavi di Pompei sono un bene dell’umanità, è altrettanto vero che la popolazione che ospita il sito culturale non può solo farsi carico dei problemi (traffico, inquinamento, ordine pubblico) senza partecipare ai benefici. Venerdì il convegno al PompeiLab ha visto molta ed intensa partecipazione. Gli urbanisti locali hanno rappresentato bene la configurazione del territorio urbano, le sue prospettive di sviluppo, la possibilità di valorizzazione delle aree verdi, la vicinanza a due sistemi portuali locali, i collegamenti alternativi come le piste ciclabili e la presenza di un fattore critico (il fiume Sarno) che potrebbe diventare un’opportunità (paesaggio e trasporti).

Lucido l’intervento del vicesindaco della città metropolitana Elena Coccia, che ha messo bene in luce il pericolo di cedere alla lobby delle Ferrovie dello Stato ed ha chiesto l’attenzione sui trasferimenti di poteri di controlli e competenze sulle tutele archeologiche nell’ambito dell’organizzazione delle Soprintendenze. Il sindaco di Pompei da parte sua ha lamentato l’assenza di informazioni fino al tavolo romano del 22 settembre 2015. Tutti di alto livello per lo spessore delle argomentazioni, gli interventi al convegno dell’associazione no profit I love Pompei. Da sottolineare l’intervento dell’archeologa Adele Lagi (che rappresentava il soprintendente Osanna ed il Ministro Franceschini) che riguardo all’Hub ha dichiarato: “Non conosco il progetto Hub ma penso che potrebbe diventare lo spazio di accoglienza che manca alla Soprintendenza di Pompei, tanto è vero che a causa di questa mancanza abbiamo progettato una piazza virtuale per i visitatori”. Articolato il progetto di una piattaforma d’accoglienza presentata dal docente universitario Raffaele Cercola (è il progetto della camera di commercio di Napoli) che prevede l’espansione verso il mare per far tornare Pompei, come ha spiegato lo stesso Cercola, alla configurazione storica del sito che all’epoca dell’eruzione si affacciava a mare con Porta Marina.

Progetto che è stato fortemente contestato dai rappresentati delle associazioni turistiche locali che vi hanno letto una minaccia per le iniziative imprenditoriali locali ferme da venti anni per intralci burocratici. Domenica si è svolto il convegno del M5S con lo scopo dichiarato di valorizzare il turismo nella cosiddetta Buffer Zone (da Portici a Castellammare di Stabia lungo la fascia costiera vesuviana) contro la concezione dell'Hub del governo, che appare invece studiato appositamente per portare il turista il più velocemente possibile a Pompei e poi farlo successivamente ritornare a casa, alimentando ancora di più il turismo 'mordi e fuggi'. Il M5S è per il “no a questo hub e a questa Alta Velocità perché è una truffa”. E’ invece positivo il parere per la valorizzazione dell'interscambio ferroviario, il trasporto ecologico ed il potenziamento delle linee esistenti.