A cura della Redazione

Maggioranza allargata, giunta riconfermata con lo stesso organico. E’ il successo politico targato Uliano e staff che fa salvo il potere amministrativo ma non certo la reputazione del primo cittadino, dal momento che i due consiglieri che entrano nella maggioranza hanno avuto forti contrasti personali con il primo cittadino. Contrasti che nessuno si è sognato di spiegare o giustificare.

Come si spiega il miracolo annunciato da Alfonso Conforti: “I due consiglieri hanno intenzione di aderire al programma della maggioranza senza ricevere contropartita”?. Quale programma? A parte via Ripuaria, l’impegno dell’esecutivo è nel proseguire (magari in tempi esecutivi ragionevoli) iniziative già programmate e finanziate precedentemente. Riguardo a Cimitero, Casa di Riposo e parcheggi si viaggia a zig zag contraddicendo ogni giorno quanto era stato dichiarato precedentemente.

Forse l’unico punto fermo riguarda l’estrema dimora dei pompeiani grazie alla determinazione del gruppo di Messigno, che è l’unico che almeno sa quello che vuole. Riguardo al profilo della giunta, che resta lo stesso, pare sia dovuto alla pace fatta tra il consigliere comunale Di Martino a la gentile assessora Margherita Beatrice che, ricordiamo, entrò in giunta proprio come espressione del gruppo politico uscito fuori dalla lista civica “Città Nuova” che aveva all’interno, oltre a Stefano Di Martino,  il consigliere comunale Luigi Amitrano.

Il coordinatore era in campagna elettorale ed appena dopo Elio D’Aquino mentre un nome che spuntò fuori per i famosi cento giorni di passione fu quello di Enzo Sica, riconducibile (nella scelta) sempre allo stesso gruppo politico.

Abbiamo fatto tutti questi nomi per ricordare che ognuno dei personaggi indicati (guarda caso) è stato protagonista (uno alla volta) di una clamorosa lite (per diversi motivi dichiarati) con il primo cittadino di Pompei, fino a che è crollato il “castello”.

Ora a proposito del “rientro” si parla di pacificazione tra Di Martino e l’assessora Betrice, che resterebbe al suo posto. E’ vero che attraversiamo il tempo della penitenza ma Di Martino con la testa cosparsa di cenere non riusciamo proprio ad immaginarlo.

In politica nessuno crede ai miracoli. In poche parole se era così facile superare le contrapposizioni personali, perché non farlo prima mentre si è preferito costruire un fronte agguerrito che doveva mandare a casa il sindaco boy scout ed i suoi alleati? Ecco perché a questo punto l’elettorato pompeiano chiede legittimamente la tanto sbandierata trasparenza.