A cura della Redazione

La Schola Armatorarum, simbolo prima della crisi e, successivamente agli imponenti interventi di restauro, della rinascita del sito archeologico di Pompei, è tornata clamorosamente alla ribalta per il rinvenimento di nuovi preziosi reperti  nell’ambito di uno scavo retrostante agli ambienti dell’antico edificio, in un suolo mai prima indagato. Il tutto mentre era in corso il restauro degli affreschi che si erano salvati dal bombardamento del 1943.

Un deposito di anfore, al momento formato da quattordici pezzi, è affiorato tra cristalli di lapillo, ed è stato così riportato alla luce. Le anfore rinvenute sono intatte, si pensa che originariamente contenevano alimenti come olio, vino e salse di pesce. Una delle anfore presenta iscrizioni dipinte in cui si leggono numeri, a indicare i quantitativi, e, verosimilmente, il prodotto contenuto. L'uso come deposito dell'ambiente retrostante l’antica scuola dei gladiatori di Pompei, è confermato dai graffiti visibili su una delle pareti dell'ambiente, che ne ribadiscono l'attività di stoccaggio.

Al termine dello scavo, a dicembre, le anfore saranno ricollocate in situ, come prevede il progetto di valorizzazione del “museo diffuso” del Parco Archeologico di Pompei. Precedentemente l’unico ambiente, portato alla luce nel 1915 da Vittorio Spinazzola, era stato quello che affacciava su via dell’Abbondanza. Il suo carattere pubblico-militare fu chiarito dalle grandi dimensioni e della sua decorazione (i trofei all'ingresso e le figure alate e armate che decorano le pareti).

Tuttavia la sua esatta destinazione, deposito di armi o scuola di formazione della gioventù pompeiana (pubblicizzata durante il regime fascista) attualmente non appare più certa. Lo scavo degli altri ambienti ha come obiettivo il chiarimento di tale funzione. L’esplorazione della struttura completa della Schola non è l’unico intervento del genere previsto a Pompei. In corso è anche il grande cantiere di scavo nella Regio V, il cosiddetto “cuneo” (un’area di oltre 1.000 mq nella zona posta tra la casa delle Nozze d’Argento e gli edifici alla sinistra del vicolo di Lucrezio Frontone), dal quale potrebbero emergere altre novità clamorose.

«Siamo contenti delle scoperte che stanno emergendo - dichiara Massimo Osanna, Direttore del Parco Archeologico -. Pompei ha iniziato una nuova stagione, quella di una ricerca archeologica intensa e del prosieguo della conoscenza del sito - ha spiegato -. Dopo il suo recupero, attraverso le messe in sicurezza di tutte le sue Regiones, l’apertura di nuove domus restaurate, la restituzione alla fruizione di interi quartieri finora inaccessibili, ci si può dedicare anche ad attività di scavo».

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