A cura della Redazione

Martedì 19 dicembre, nell’Anfiteatro degli Scavi di Pompei, sarà presentato il progetto TTOZOI, dove il duo formato da Stefano Forgione e Giuseppe Rossi avrà a disposizione gli ambulacri dell’Anfiteatro sepolti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. e successivamente riportati alla luce. In tutto sono previste tre performances artistiche riservate esclusivamente a tre siti Unesco (Caserta, Pompei e Roma). L’iniziativa culturale è sotto  il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ed è stata ideata da  Forgione Rossi, sotto la cura di Gianluca Marziani, con l’intento di creare opere d’arte nei luoghi archeologici attraverso la tecnica della proliferazione naturale di muffe su juta, proseguendo l’opera con interventi pittorici successivi.

Alla fine all’opera degli artisti, si aggiunge l’imprevedibilità dell’intervento naturale che comunica con un inedito codice linguistico. L’azione naturale interviene su superfici circoscritte tra casualità e controllo che esprime il rapporto tra Arte e Natura. L'integrazione coi luoghi avviene per proliferazione ramificata in un processo che integra visibile e invisibile, memoria e presente, storia e cronaca, individui e collettività...

Gli artisti creeranno le opere in situ predisponendo installazioni costituite da teche sigillate all’interno delle quali le tele dimoreranno per circa 40 giorni: il Tempo e la Natura faranno il resto catturando l’anima di ogni luogo, andando oltre il visibile, catturando la memoria in un condizionamento bilanciato tra emotività e natura.

Una magia che dovrebbe suscitare nell’osservatore dell’opera d’arte storia e suggestioni dei luoghi archeologici (come Pompei). Il processo informale, realizzato dai due artisti, prevede l’utilizzo di materie organiche (farine varie), acqua e pigmenti naturali su tele di juta che, riposte in particolari teche, favoriranno la proliferazione di muffe che interagiranno con la base predisposta creando l’opera d’arte.

Alla fine la pittura di radice informale trova la sua evoluzione più significativa, un approdo estetico che stravolge il fattore interpretativo delle opere in cui le apparenze astratte si trasformano in un processo ad alta valenza figurativa. Dopo Pistoletto, l’arte contemporanea è sempre più di casa negli scavi archeologici di Pompei in un processo di contaminazione reciproca che mette in campo esperienze inimmaginabili fino ad oggi.

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