A cura della Redazione

"Prevediamo grandi scoperte" E’ stato l’annuncio del Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, alla vigilia di una "lectio magistralis" tenuta ieri al Politecnico di Milano sul futuro delle scienze dei beni culturali, nell'ambito del ciclo di incontri 'Arte e scienza'.

Evento introdotto dal direttore del Dipartimento di Matematica del Politecnico, l'archeoastronomo Giulio Magli. Nell'occasione Osanna ha annunciato l’impresa che partirà a breve sotto la direzione di team di archeologi della Soprintendenza autonoma di Pompei, che con tecnologia di ultima generazione avvierà indagini sul territorio del regio V del Parco Archeologico di Pompei. Un quartiere che è stato solo parzialmente portato alla luce, che s’inoltra verso Porta Vesuvio in direzione Nord orientale. Comprende un vicolo completamente sepolto insieme a botteghe e taverne, anche se non mancano domus di pregio come la Casa del Toro, la Casa di Lucio Cecilio Giocondo, la casa di Bacco, la casa delle Nozze d’argento e la Casa degli Orsi che è stata solo parzialmente scavata.

Nella stessa area sono stati riscontrati irreparabili danni cagionati dai bombardamenti del '43 come nella casa della Regina Margherita. Sul lato interno di un terrapieno dell’angolo tra via del Vesuvio e via delle Nozze d’Argento fu rinvenuta una parete rossa con figura di baccante. Elemento che potrebbe segnalare la presenza di altra domus patrizia, forse non l’unica del quartiere dove l’area interessata al nuovo scavo misura mezzo ettaro.

Riguardo alla tecnologia che sarà utilizzata nello scavo (drone, laser e realtà virtuale) ricordiamo che l’archeologo lucano ha ereditato il know how innovativo introdotto nella sua regione d'origine e formazione da Dinu Adamesteanu, un archeologo rumeno naturalizzato italiano, pioniere e promotore dell'applicazione delle tecniche di aerofotografia e prospezione aerea nella ricerca e ricognizione archeologica.

Lo scienziato italo-rumeno, come funzionario statale al vertice delle Soprintendenze di Basilicata e Puglia, si distinse nella ricerca e tutela in archeologia sui quei territori oltre che nella creazione e lo sviluppo di una qualificata rete di musei, di rango nazionale, nella politica di moderna concezione che vedesse l'esposizione dei ritrovamenti archeologici nei pressi dei siti archeologici originari (altra iniziativa emulata positivamente da Osanna a Pompei).