A cura della Redazione

Nel giorno di San Valentino il Parco Archeologico di Pompei propone con le nuove scoperte la versione pompeiana della passione amorosa. Non è stato dichiarato esplicitamente ma probabilmente non è un caso che la Direzione del sito abbia riacceso i riflettori mediatici sui recenti ritrovamenti messi in luce nella regio V: l’alcova sensuale e raffinata emersa nella sua totale bellezza, come già preannunciato dall’affresco di Leda e il cigno, riaffiorato mesi fa nel corso delle operazioni di consolidamento dei fronti di scavo, lungo via Vesuvio.

Alle sue spalle è riaffiorata anche parte dell’atrio della dimora, con pareti dai vividi colori e l’affresco di Narciso, al centro di una di esse, che lo vede specchiarsi nell’acqua rapito dalla sua immagine, secondo l’iconografia classica. Occasione propizia per la festa degli innamorati richiamare la cultura amorosa propria dell’universo greco-romano, ricco di sensualità e che ricorre ad ogni forma di immaginario erotico sciolto da ogni tabù.  

Amore e soavità dei sensi, nelle più svariate forme, trasudano dalle stanze dell’elegante dimora che, già dal corridoio di ingresso, accoglieva gli ospiti con l’immagine di buon auspicio dell’enorme fallo di Priapo. Decori raffinati di IV stile caratterizzano l’intera stanza di Leda, con delicati ornamenti floreali, intervallati da grifoni con cornucopie, amorini volanti, nature moamorosa. Rammenti del soffitto sono stati recuperati dai restauratori per ricomporne la trama. Nell’atrio di Narciso sono visibili l’accesso alle scale verso il piano superiore e nello spazio del sottoscala, utilizzato come deposito, di una dozzina di contenitori in vetro, otto anfore, un imbuto in bronzo e una situla bronzrte e scene di lotte tra animali. Sullo stesso soffitto, rovinosamente crollato sotto i lapilli, si estendeva l’armonia di pregiati disegni con gli stessi temi di estasi ea (contenitore per liquidi), rinvenuta invece accanto all’impluvio.

«La bellezza di queste stanze ci ha indotto a modificare il progetto e a portare alla luce l’ambiente di Leda e l’atrio retrostante - dichiara la direttrice Alfonsina Russo -. Ciò ci consentirà in futuro di aprire alla fruizione del pubblico almeno una parte di questa domus». 

«Proseguono le straordinarie scoperte di questo cantiere - dichiara l’ex direttore generale Massimo Osanna, che ha avuto l’incarico della direzione scientifica di prosecuzione dello scavo della domus di Leda e il cigno -. Si ripropone nell’atrio della casa la scena del mito di Narciso più volte ripetuto a Pompei. Tutto  l’ambiente è pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e vanità, sottolineato anche dalle figure di menadi e satiri che, in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all’interno della parte pubblica della casa. Una decorazione volutamente lussuosa e probabilmente pertinente agli ultimi anni della colonia - conclude Osanna -, come testimonia lo straordinario stato di conservazione dei colori».

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