A cura della Redazione

Sei milioni di euro spesi nella sicurezza dei lavoratori; tredici milioni di risparmio nelle gare d’appalto dei lavori di restauro e messa in sicurezza delle case private e templi pubblici del Parco Archeologico di Pompei; novantadue milioni incassati e spesi nell’iniziativa in maniera regolare. È il bilancio positivo che il sottosegretario di Stato all’Interno, Carlo Sibilia, ha presentato alla stampa oggi (lunedì 25 marzo) dopo la riunione del Gruppo di Legalità e Sicurezza che si è tenuto presso la Casina Pacifico alla presenza del coordinatore del predetto organismo, il prefetto Filippi, i rappresentanti istituzionali del Gruppo di Lavoro, il Direttore Generale GPP, Generale Cipolletta, ed altri ufficiali dell’Arma dei Carabinieri.

La finalità dell’incontro di oggi presso la direzione pompeiana del Grande Progetto Pompei è stata quella di verificare l’efficacia del sistema di “governance” inter-funzionale adottato dalle singole Amministrazioni dello Stato, ai sensi di specifici protocolli d’intesa a suo tempo sottoscritti (Interno, Presidenza del Consiglio, Beni Culturali, Autorità Nazionale Anticorruzione, Istruzione, Prefettura di Napoli nella sua componente antimafia). Il risultato alla fine è stato considerato positivo, secondo le dichiarazioni di Sibilia, che dopo aver dato conto del riscontro ha aggiunto: “E’ un modello efficiente e che funziona e che spero venga replicato in tante altre occasioni a partire dalla buffer zone”.

La rete inter-istituzionale ha avuto lo scopo di porre in essere idonee misure preventive volte a contrastare eventuali tentativi infiltrativi negli appalti dei lavori e delle forniture del Grande Progetto Pompei, rappresentando un modello di “best practices” a livello europeo per un sito dichiarato dall’Unesco patrimonio di inestimabile valore archeologico e culturale per il nostro Paese. All’incontro ha preso parte anche il presidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati, Luigi Gallo, che ha posto l’accento sulla prospettiva di creare un modello virtuoso di sviluppo che a partire dalla sicurezza dei trasporti si estenda ad un distretto più ampio della buffer zone intorno a Pompei e gli altri siti Unesco del territorio vesuviano.