A cura della Redazione

La proposta di deliberazione sul bilancio di previsione, ha comportato nel consiglio comunale di Pompei, svoltosi il 26 marzo, una denuncia motivata non solo politica ma anche sul piano normativo e contabile alla Corte dei Conti.

I quattro consiglieri di minoranza (Conforti, Esposito, La Mura e Robetti) non si sono limitati al voto contrario contro la delibera votata dalla maggioranza di Pietro Amitrano ma hanno richiesto di allegare agli atti il documento di denuncia della violazione di legge del bilancio di previsione che dovrà essere anche inoltrato alla Corte dei Conti.

Il motivo di base è dovuto alla circostanza che sarebbero dichiarati un pareggio e un equilibrio contabile inesistenti in quanto privi della “copertura integrale” dei costi del servizio relativo alla nettezza urbana, che non avrebbero tenuto conto dell’aumento delle tariffe di smaltimento dell’indifferenziato praticate dalla SapNa con un aumento di 149.500 euro che non sarebbe stato riportato in bilancio. E pertanto risulterebbe privo di copertura.

Per questo motivo è stato invitato il Collegio dei Revisori in argomento. Sempre con riferimento al servizio Rsu, dal parere espresso dal Collegio dei Revisori si evince che l’Amministrazione “ha previsto in bilancio, alla voce “oneri straordinari della gestione corrente la somma di euro 100.000 per il 2019 e oneri per passività pregresse la somma di 1.020.000 euro relativi all’eventuale transazione con il titolare dell’appalto del servizio di NU e con quello precedente al fine di risolvere problematiche con il precedente gestore (Igiene Urbana) che reclama la revisione dei prezzi, con applicazione indice Foi, mai attuata”. In sostanza si riconoscerebbero maggiori costi di gestione, per l’anno 2019, pari a 1.020.000 euro, collegati all’esigenza di una transazione dovuta alla revisione dei prezzi e quindi da inserire nel capitolo di spesa del servizio che è completamente a carico dei beneficiari. Al contrario non sarebbe stato rispettato lo spirito della legge in quanto manca la copertura integrale del servizio. Il tutto anche per definire il rispetto dei tempi previsti dalla legge per la revisione della tariffa della tassa a carico dell’utenza.

Anche riguardo alla ZTL non ci sarebbe corrispondenza tra le entrate e la copertura dei costi. Il regolamento delle ZTL, prevedendo il pagamento del ticket per l’accesso a Pompei, comporterebbe inoltre la deroga al principio di unità del bilancio in base al quale è il complesso unitario delle entrate che finanzia l'amministrazione pubblica perché nel caso specifico la legge prevede la destinazione vincolata dei proventi derivanti dalle sanzioni del codice della strada. Riguardo all’imposta di soggiorno nel bilancio preventivo secondo la minoranza risulterebbero evidenti violazioni di legge per il medesimo motivo in quanto non sarebbe stato rispettato il vincolo di destinazione che istituisce la tassa finanziare l’attività turistica con la manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali. La ragione spesa può essere diversificata ma deve sempre promuovere la valorizzazione del turismo. Infine per quanto riguarda la creazione di un fondo accantonamento perdite, per la copertura dei debiti fuori bilancio provenienti dalle accertate perdite di esercizio dell’Azienda Aspide, un parere della Corte dei Conti riguardante l’accollo delle perdite relative agli esercizi dal 2012 al 2015 (prima della messa in liquidazione) e quelle relative agli esercizi dal 2016 e successivi ne prevede la copertura da parte di aziende speciali e di istituzioni, nei limiti degli obblighi derivanti da statuto, convenzione o atti costitutivi, purché sia stato rispettato l'obbligo di pareggio del bilancio e il disavanzo derivi da fatti di gestione. Ne deriva che per il Comune di Pompei non è previsto un automatico accollo dei disavanzi come debiti fuori bilancio, ma li subordina ad una serie tassativa di presupposti. Nello specifico dell’Aspide dovrebbero essere rispettati limiti ed obblighi dello statuto. A partire dal 2015 il Comune dei Pompei avrebbe dovuto depositare in un fondo vincolato un importo pari al risultato negativo in proporzione alla quota di partecipazione.

Allo stato il Comune di Pompei nel Bilancio 2019-2021, non ha accantonato alcun importo per la copertura delle società partecipate. Sulla correttezza di delle operazioni descritte i consiglieri d’opposizione hanno chiesto una dichiarazione ufficiale da parte del Collegio dei Revisori.