A cura della Redazione

E’ in partenza la delegazione per la BIT accompagnata dalle polemiche dell’opposizione ma anche impallinata dal fuoco amico. Il motivo principale delle critiche è, per farla breve, quello delle spese inutili ma anche la mancanza di un programma di eventi valido da presentare agli operatori turistici che non chiedono altro.

In ogni caso, a Pompei, da aprile ad ottobre, qualche cosa dovrà pure accadere, altrimenti non si spiegherebbe la stampa e la distribuzione di una brochure da parte dell’Amministrazione comunale con due hostess . Avranno il compito di distribuirla presso uno stand locato dallo stesso Ente Pompeiano (distinto da quello della Regione Campania). Oltre alla brochure  del Comune ne sarà in distribuzione anche un’altra dalla sezione di Federalberghi (ADAP) di  Pompei. Conterrà indicazioni utili per lo shopping, i ristoranti e una piantina della città con le offerta di servizi.

Partirà da Pompei un nucleo di albergatori ed altri operatori turistici locali che in fiera stazionerà nello stand della Regione Campania. Un argomento in più per coloro che ostinatamente sono critici nei confronti dello stand del Comune distinto da quello regionale, dal momento che, a quanto pare, gli operatori locali hanno mal digerito la spesa aggiuntiva, considerato che mancano eventi di rilievo da pubblicizzare.

A riguardo abbiamo registrato la battuta: “Di quei soldi avrebbero fatto bene a comprarne asfalto per riempire le buche”.  In ogni caso un detto latino ricorda “melius abundare quam deficere”, anche se il problema è che si abbonda sempre con i soldi dei contribuenti. A tal proposito bisogna ricordare che la delegazione ufficiale di Pompei è formata, oltre che dal sindaco Pietro Amitrano, dal suo vice Carmine Massaro, dall’assessore al turismo Salvatore Perillo e da due consiglieri comunali: Giuseppe la Marca e Stefano de Martino. Per ognuno di loro il Comune ha stanziato circa 600 euro comprendente  il costo del viaggio, trasferta e soggiorno a Milano.

E’ illuminante la notizia che il Comune  ha dovuto ingaggiare due hostess milanesi per dare informazioni agli operatori commerciali, non ritrovando nella pianta organica la disponibilità di funzionari per tale compito.