A cura della Redazione

La sanità pompeiana ha reagito positivamente con tutte le precauzioni possibili all’allarme costituito dal primo caso di contagio da coronavirus registrato ella città mariana, una signora 71enne che aveva subito un intervento ortopedico ad Eboli dove era stata visitata da un familiare che lavora a Milano.

Risulta che nella giornata di oggi è stata programmata l’igienizzazione di tutto il palazzo di Pompei dove risiede la famiglia della donna mentre un suo componente si è sottoposto all’isolamento domiciliare volontario.

Praticamente è stato applicato alla lettera il protocollo precauzionale previsto in casi del genere, anche se va chiarito ancora una volta che non c’è motivo d’allarme perché fortunatamente a tutt’oggi la popolazione pompeiana risulta esente dal contagio. Si registra, secondo quanto è stato appurato, la piena applicazione sul territorio del Comune di Pompei del protocollo sanitario previsto in caso di accertamento della presenza di episodi di contagio.

Quest'unico caso, reso pubblico nella giornata di ieri (6 marzo) riguarda la donna di 71 anni che ha palesato severi sintomi influenzali presso una struttura sanitaria di Eboli dove era stata operata all’anca mentre, successivamente, nella fase post operatoria aveva presentato sintomi di febbre alta e difficoltà di respirazione. Conseguentemente era stato disposto il trasferimento della paziente presso l'ospedale di Eboli dove era stata sottoposta al tampone diagnostico secondo il vigente protocollo sanitario ed accertato clinicamente il contagio da Clcoronavirus, che ha determinato poi il ricovero d’urgenza all'ospedale Cotugno di Napoli.

Le indagini volte nell’ambito sanitario hanno presto chiarito che anche in questo caso il contagio deriva dal focolaio lombardo dal momento che la signora pompeiana aveva ricevuto la visita di uno stretto familiare che lavora tra Milano e Pompei.

Nell’ambito sanitario pompeiano è diventata urgente la distribuzione ai medici di famiglia del kit di protezione che non serve a preservare dal virus solo i professionisti pompeiani ma anche i loro assistiti che potrebbero infettarsi nel corso di una visita medica.