A cura della Redazione
Vedere centinaia di torresi in fila alle otto della sera per manifestare un voto più simbolico che reale mi ha aperto il cuore alla speranza. Il Partito Democratico e l’idea dell’aggregazione a sinistra contano poco, ho sentito discorsi più… terreni fuori dei seggi, Torre Annunziata era il baricentro, Roma e i giochi della Grande Politica sembravano lontanissimi. Certo, il tema non era nuovissimo: la vita insostenibile, la voglia di cambiamento, la necessità di darsi una scossa. Tutto serve allo scopo, anche un’elezione di rappresentanti per la Costituente di un nuovo partito. Facce nuove tra i candidati (soprattutto quelli che alla fine sono stati eletti) non se ne sono visti tantissimi, ma la responsabilità di questo è di chi ha scelto di non presentarsi, di non mettersi in discussione. E’ proprio questa spinta, arrivata da elezioni quasi edite, che non va dispersa, che va indirizzata verso obiettivi comuni. Non è retorica, ma disperata necessità di sfruttare tutte le occasioni per ridare ossigeno alla Grande Malata. Lunedì sfilerà lungo il Corso la Protettrice della città, l’icona della Madonna della Neve che già una volta fermò la lava, salvandoci dall’eruzione. Chiedere un nuovo miracolo sarebbe solo un atto di fede, la salvezza dobbiamo costruirla con le nostre mani, senza aiuti soprannaturali, ma con la fondamentale collaborazione dello Stato. E la prima opera è quella della ramazza: spazzare via lo sporco che ci opprime. E non parlo dell’immondizia con la quale per mesi abbiamo accettato passivamente di convivere. E’ vero, le responsabilità spesso sono molto più in alto, ma la resa è di tutti. Nessuno di noi è un eroe, eppure insieme rappresentiamo una forza più imponente, possiamo sperare che qualcuno ascolti le nostre proteste, che accordi un po’ di credito a una città che per la democrazia ha dato più delle altre. Conta anche questo se decidi di organizzare una consultazione elettorale al di fuori dei normali schemi di rappresentanza. Altrimenti tutto si risolverà in un gioco, in una misurazione della propria popolarità per fini quasi personali. Sarebbe un tradimento, un altro di quelli che abbiamo subito negli anni, Governo dopo Governo. E, sbagliando per l’ennesima volta, ci convinceremo che non resti che affidarsi alla Processione, riducendola a manifestazione di una religione primordiale. Nessuno (neppure lassù) può mai aver scritto per noi un destino tanto infame, un po’ di colpa dovremo pure attribuircela, prima o poi. Rendersene finalmente conto sarebbe l’unico miracolo, un miracolo della ragione. Il modo migliore per onorare la Festa. Massimo Corcione Direttore Sky Sport