A cura della Redazione
Può una manifestazione popolare rappresentare insieme la speranza e la sua negazione? Nella terra dove tutto è possibile accade anche questo. Solo una settimana fa raccontai la mia emozione nel vedere popolati di torresi i seggi allestiti per le primarie del neonato Partito Democratico: era un segno evidente della voglia di partecipazione alla vita pubblica, la volontà di non arrendersi. L’occasione era assolutamente irrilevante, contava soprattutto il segnale di vita espresso in quella scelta, il coraggio di mettersi finalmente in discussione di ingegni ed esperienze che s’erano sempre negate alla politica. Quello stesso evento ha confermato, qualche giorno più tardi, quanto giustificato sia anche il pessimismo di chi crede che ogni cambiamento sia difficile, quasi impossibile. La vicenda del conteggio dei voti è stata avvilente, la Campania isola nera in un’Italia che in poche ore aveva risolto la questione, come se una lunga mano impedisse ogni tentativo di progresso, perfino di semplice avvicinamento alla normalità, parola che per noi sta diventando un incubo più che un miraggio. La contraddizione è avvilente, pure l’emozione s’è spenta, sopraffatta dalla ragione. Perché succede solo dalle nostre parti? Perché riusciamo sempre a estrarre il peggio che si nasconde in noi? Più che domande sono tormenti, la Macchina, l’Apparato prende sempre il sopravvento, soffocando ogni spinta verso il nuovo, verso il rinnovamento. Anche quando non ci sono interessi particolari da proteggere, né poltrone significative da conquistare. Per molti le primarie sono state semplicemente un esercizio di potere, una dimostrazione della propria forza, una esibizione della capacità di fungere da collettori di voti anche nell’elezione del condominio. Di questi signori non abbiamo bisogno, l’ostentazione dei muscoli lasciamola alle esibizioni di body building. Qui dobbiamo ricostruire quello che tutti noi, nessuno escluso, abbiamo contribuito a distruggere, poco a poco, voto dopo voto, elezione dopo elezione. Abbiamo necessità di vitamine naturali, non di ormoni riprodotti in laboratorio. Nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica e il Cardinale hanno fatto a gara per risvegliare noi napoletani dal torpore, pure dal Papa è partita una esortazione all’impegno civile. La risposta non può essere affidata a quattro mercanti di preferenze. Almeno la dignità non mettiamola in vendita, gratis per giunta. Massimo Corcione Direttore Sky Sport