A cura della Redazione
Quando ne verremo fuori? Quando si tornerà a respirare? Viviamo una lunga apnea che ad altri sarebbe già risultata fatale. Il nostro spirito di sopravvivenza sarà anche più forte, avremo anche sopportato e superato ogni forma di emergenza nel corso della storia, ma a tutto deve esserci un limite. Basta, si legge nelle mail che continuate a riversare nel sito di TorreSette: sono spesso racconti disperati, altrettanto disperati gli appelli perché qualcuno intervenga. Invece in risposta arriva solo un silenzio assordante. Non per fare la Cassandra, ma avrete notato come siamo scivolati fuori delle prime pagine, se non c’è un piccolo focolaio di rivolta neppure i telegiornali indugiano più di tanto sulle immagini della monnezza. Sarà pure vero che l’allarme recessione è un affare mondiale, sarà senza dubbio reale il rischio di ingovernabilità per l’intero Paese, ma le strade invase da tonnellate di spazzatura rappresentano una vergogna che il tempo non cancellerà. Sono una barriera tra noi, le nostre città e il resto del mondo. Dall’altra parte non ci ascoltano più, continuano a dispensare lezioni di civiltà, dotte dissertazioni sulla raccolta differenziata e sui benefici che ne sarebbero già derivati. E la produzione di rifiuti continua, tonnellate su tonnellate, giorno dopo giorno, senza che si trovi un rimedio concreto. Quattro mesi è il tempo dato al commissario straordinario, l’ultimo della serie, per dare soluzione a un problema ingigantito da 14 anni di immobilismo. Di risultati ne se sono visti pochi, sarebbe stata però fanciullesca l’illusione legata all’arrivo di un mago con la delibera magica per annullare errori ed omissioni. Eppure per molti, per quelli che stanno al di là del muro, pare tutto normale, scontato come la fame in Africa. E’ invece qui è tutto tragicamente anormale. Le scuole chiuse, le palestre serrate, l’acqua interrotta, le case invase dall’insopportabile puzza, i topi che pascolano come pecore al prato sono uno scandalo che non deve essere nascosto. La denuncia è l’unica arma in nostro possesso, tutte le tribune sono utili, dal nostro muro a uno studio tv. Anche perché nessuno concede tregua, neppure la camorra, finora usata come alibi da chi non ha fatto nulla. Il blitz delle scorse settimane produsse effetti impalpabili; laggiù nella città proibita, a pochi metri da dove venne ucciso Giuseppe Veropalumbo, mercoledì è stata compiuta una spietata esecuzione, secondo una logica infame di morte. E’ un’altra sfida lanciata allo Stato, alle sue inefficienze, al suo immobilismo. Un’altra ragione per dire basta: ne abbiamo le ecoballe piene. Fateci tornare a vivere, perché sopravvivere è diventato troppo faticoso. MASSIMO CORCIONE DIRETTORE SKY SPORT