A cura della Redazione
Varco sul futuro Zona Franca Torre Annunziata lo è da anni per la legge: la violazione sistematica delle norme raggiunge livelli da primato, la ragione dei nostri guai è proprio in questa insofferenza verso qualsiasi regola che governi la convivenza sociale. Gli effetti devastanti sono sotto gli occhi di tutti e tutti noi ne siamo i responsabili, senza nessuna esclusione. Ho visto su internet i video che hanno incastrato i venditori di droga che popolano l’ultima parte del Corso. Scene che da anni si consumavano quotidianamente senza che nessuno, pusher o consumatore, provasse il minimo senso di disagio per quella compravendita assolutamente illegale: nel montaggio la successione di immagini era impressionante, la ripetizione ravvicinata del gesto rendeva più evidente il contrasto con la nostra rassegnazione. Per anni abbiamo fatto da spettatori assolutamente passivi di quell’ignobile commercio, senza che mai ci sia stata una mobilitazione per chiedere lo smantellamento del supermarket a cielo aperto. La considerazione non sarà originale, ma vi assicuro che il moto d’indignazione davanti a quel filmato è stato forte, solo mitigato dal senso di liberazione legato alla notizia dell’operazione antidroga. Recuperare a una vita normale quei ragazzini, convincerli che il guadagno deve essere comunque legato a un concetto di lavoro lecito è impresa difficilissima. Soprattutto in mancanza di alternative. Ecco perché l’idea dell’altra Zona Franca, quella proposta dal Sindaco Starita diventa una porta aperta sul futuro. Non so quante probabilità di realizzazione abbia la proposta, ma apprezzo lo sforzo. Su questo numero di TorreSette leggerete cifre e paragoni con altre realtà dove la Zona Franca è stata realizzata procurando benefici che qui rivoluzionerebbero le tendenze nefaste del nostro declino economico. E’ vero, siamo ancora scottati dall’esperienza della Tess: gli effetti di quell’iniziativa, sbandierata come svolta storica per combattere una disoccupazione da terzo mondo, sono stati irrisori, molti degli arrivi annunciati di nuove imprese hanno evocato ricordi legati alla Cassa per il Mezzogiorno. Tempi in cui il povero Sud fu spesso terra di conquista da parte di industriali che puntavano solo a rafforzare i propri stabilimenti radicati al Nord. La nuova via va comunque battuta, non fosse altro che per assoluta assenza di altre soluzioni. Ma, tanto per tornare in clima elettorale, una richiesta di intervento straordinario come l’istituzione di una Zona Franca andrebbe sostenuta con calore e passione in tutte le sedi. E qualche rappresentante in Parlamento ci avrebbe aiutato, invece i pochi torresi presenti nelle liste dei candidati occupano posizioni molto scomode. Al tavolo della Grande Politica proprio non ci vogliono. Considerazione anche questa da Zona Franca, la nostra Zona Franca. MASSIMO CORCIONE DIRETTORE SKY SPORT