A cura della Redazione
Primarie Pd, stop and go Verrebbe voglia di parlare d’altro, di lasciar stare la politica, di non commentare l’annullamento delle Primarie nel Partito Democratico. Verrebbe voglia di parlare dell’estate finalmente giunta a interrompere una stagione che somigliava più a un autunno avanzato. Verrebbe la voglia anche di parlare un po’ del Savoia e dell’impari lotta contro il tempo per garantire almeno la sopravvivenza. Barlumi di speranza che almeno alimentano un po’ di ottimismo, sia pure filtrato da nuvole di dubbi e di incognite. Ma quel che è accaduto per delle elezioni non ufficiali non può restare senza commento. Tutto annullato, azzerato, come se nulla fosse successo. Un colpo di spugna che non risolve il problema, anzi lo ingigantisce. Come un indulto: annulla solo la pena, ancor prima che venga comminata, ma la sostanza resta. Qualcosa di anormale si è verificato, qualcosa che ha stravolto il principio stesso della libera partecipazione a una consultazione volontaria. Non c’erano da assegnare poltrone, non dovevano essere scelti gli amministratori della cosa pubblica, il voto doveva servire da stimolo a chi governa in virtù di un vero mandato popolare, certificato da migliaia di consensi. Proprio quel consenso qualcuno voleva mettere in dubbio, un dubbio interno, sorto nella stessa parte dei vincitori. Una delle contraddizioni più difficili da comprendere per chi non frequenta i luoghi della politica. Quale effetto produrrà ora l’annullamento delle Primarie? Un distacco continuo, diffuso e prolungato dalla politica, etichettata come cosa poco trasparente, materia facilmente corruttibile e non resistente alla purezza degli ideali. Provate a spiegare a un ragazzino che cosa s’è verificato e perché: vi troverete subito in difficoltà. Meglio rinunciare e guardare avanti, senza fingere che nulla sia accaduto. La spinta al rinnovamento non si esaurirà, trarrà probabilmente nuova forza, ma il reclutamento di facce nuove non sarà facile. E questa è una sconfitta per tutti. Senza ricambi la politica non si alimenta. Genera quei fenomeni di rigetto che alla fine coinvolgono tutti. Proviamo a parlare d’altro, di problemi anche più gravi. Alla politica da sempre i torresi chiedono lavoro, stavolta decine di famiglie chiedono la conservazione dell’unica fonte di sostentamento. E’ una battaglia vera, di quelle che vale la pena combattere. Per vincerla, una volta tanto. MASSIMO CORCIONE DIRETTORE SKY SPORT