A cura della Redazione
Diritto e rovescio, la vita è così, come una moneta a due facce. Quella che circola a Torre Annunziata spesso mostra il lato meno nobile: raffigura sopraffazione e maleducazione. E per giunta, quasi non bastassimo noi a farci del male, offrendo la peggiore immagine possibile, ospitiamo anche incivili d’importazione. Finire sui giornali di tutta Italia perché tre calciatori del Savoia hanno alzato la gonna a una hostess è stata una mortificazione francamente immeritata. Erano già sufficienti gli insuccessi di una squadra precipitata in fondo alla classifica del suo campionato soprattutto per il valore non eccelso di questi signori che hanno provato a dimenticare l’ennesima sconfitta con una esibizione da bulletti di periferia. Il loro nome è stato subito accostato a Torre Annunziata, tanto per regalarci un’altra tonnellata di pubblicità negativa. Per fortuna c’è l’altra faccia della moneta, spesso finisce nella zona d’ombra eppure luccica, e tantissimo. Un ragazzo di 33 anni, vestito di una divisa che indica la sua appartenenza allo Stato, quasi ogni mattina scende in strada per spiegare che la convivenza passa attraverso il rispetto delle regole. Luca Toti è il capitano al comando della Compagnia dei Carabinieri, è uno di noi, uno del Sud che conosce quanto sia difficile imporre la legge nella terra dell’anarchia. La sua esperienza torrese deve averla interpretata come una missione. Per nostra fortuna: la sua popolarità, a giudicare dai messaggi che lasciate sul Muro di TorreSette, è straordinaria; penso non sia mai successo per un rappresentante dello Stato. Un primato che va salutato come un segnale di crescita di tutti noi e che vale più di cento arresti. Anche se sono indispensabili anche questi: è stato proprio il senso di impunità che si è avvertito nel passato più o meno remoto a determinare il degrado della città, consegnata ai prepotenti da chi non aveva né energia né autorità per contrapporsi alla delinquenza organizzata. Spiegare - come fa il nostro capitano di strada - che la cintura di sicurezza non è una camicia di forza, che il casco non è uno scafandro da palombaro, oppure che mettere l’auto in doppia fila più che una furbata è un’idiozia, vale quanto un corso di educazione civica tenuto nelle scuole. Azioni entrambe indifferibili se almeno si vuole tentare di riorganizzare il ritorno alla civiltà. Grazie capitano, la sua è la faccia della moneta che paga, l’altra è peggio di un debito inestinguibile. MASSIMO CORCIONE