A cura della Redazione
Basta una foto e il motore della memoria parte improvvisamente. Se poi la foto ritrae un treno, il ricordo all’incontrario va, tanto per citare Celentano. La foto è quella dei nuovi convogli della Circumvesuviana, un salto generazionale che manda al museo i vecchi vagoni che hanno trasportato milioni di pendolari: studenti, lavoratori, artisti, commercianti, professionisti che dalla periferia metropolitana trasferivano al centro le loro speranze e il loro talento. Apparvero straordinariamente moderni al momento del loro debutto, sostituirono i vecchi treni con interni in legno, scene ideali per un film neorealistico, ma già desueti alla fine degli anni ’60. Non voglio annoiarvi con la storia del come eravamo, la nostalgia è un nemico che va combattuto perché fiacca le forze e spesso impedisce di andare avanti. Poveri ma belli è un film ingiallito dal tempo, lasciamolo nelle cineteche e alle conversazioni da reduci, io penso che quella foto possa essere letta anche come proiezione verso il futuro, segno di un progresso che prima o poi arriva anche da noi. Che la novità sia stata presentata in questi giorni dominati dalla paura per una crisi che viviamo tutti al buio (senza sapere dove ci porterà), è un ulteriore segno di ottimismo. Basta coglierlo. Io aspetto sempre che i tanti progetti che illustriamo qui su Torresette ricevano finalmente attuazione, ma preferirei non parlare più del prolungamento di Via Dei Mille fino al giorno del taglio del nastro. Di ottimismo in giro se ne vede poco. Ogni esame viene visto come un rischio, pure le prossime consultazioni elettorali sono un peso. Per tutti: per chi attualmente comanda il Paese e per chi gestisce una soffertissima opposizione. Si assiste a una fuga dalla candidatura. Fateci caso: le smentite seguono a velocità supersonica le voci di presunte iscrizioni alla corsa per la Provincia. Come se tutti temessero il giudizio popolare. E’ la sconfitta più clamorosa del sistema della rappresentanza, troppo abituati come siamo a essere scelti dall’alto piuttosto che essere votati dal basso. Stanno per scattare le Primarie: in teoria dovrebbero essere la massima espressione della democrazia, eppure anche queste vengono viste con diffidenza. Colpa di qualche disfunzione, assolutamente non replicabile. Ecco perché ho aperto con l’immagine del nuovo treno: è veloce, trasparente con l’ampia superficie vetrata, moderno senza concessioni a un passato che è ormai solo memoria. Tutti a bordo: si riparte, ma il treno dei desideri non più andare all’incontrario. MASSIMO CORCIONE