A cura della Redazione
L’aria che tira è sempre quella: tutti contro tutti per ritrovarci dopo peggio di prima. Non voglio parlare di politica, né di elezioni, ma il clima (non solo atmosferico) è torrido. Quasi sotto silenzio è passata la notizia dell’avvio dei lavori per la bretella stradale che congiungerà il Porto all’autostrada. E’ solo la prima parte dell’impresa, ma non è un dettaglio trascurabile da spedire in archivio. Sapete da quanti anni quell’opera è stata annunciata? Più di trenta, rientrava nei progetti finanziati dall’ASI, area di sviluppo industriale, quando Torre Annunziata ancora ospitava sul suo territorio qualche industria siderurgica che si serviva della banchina portuale per ricevere materie prime e rispedire manufatti. Arriva ora che quelle industrie non ci sono più, ma la strada non è ancora diventata inutile. Tutt’altro: potrà aiutarci a ricollegarci con il mondo, finalmente scoprendo che esiste una realtà diversa da questa, litigiosissima nella quale siamo immersi. Un mondo nel quale ci si coalizza in vista di un obiettivo comune e non ci si divide in mille fazioni. Non è la dimensione del dover essere, ma quella del fare, che ancora poco ci appartiene. Come torresi, dico, e non faccio eccezioni neppure per me stesso. Aspettando quel giorno, meglio attrezzarsi per la sopravvivenza. Cibandoci di storie positive, come quella raccontata in questo numero di TorreSette: cittadini torresi che raccontano esperienze di impegno solidale, quello che occorrerebbe per risollevare lo stato di salute della nostra città. Il contrasto tra il comportamento privato dei singoli e quello pubblico della collettività resta uno dei misteri irrisolti del nostro piccolo microcosmo. Perché accade questo strano fenomeno? Più che un politico da eleggere ci sarebbe bisogno di uno psicologo che per la prima volta avvii una terapia di gruppo, che ci faccia capire perché siamo tanto autolesionisti. Eppure, intorno a noi, la situazione sta cambiando: gli arresti di questi giorni, anche se sono avvenuti lontano da qui, segnano un altro punto a favore della legalità contro lo strapotere della delinquenza organizzata. L’operazione pulizia era cominciata da qui, da quel blitz che riaffermò a Torre Annunziata la presenza dello Stato, più volte negata nel passato per fortuna più remoto. Ora che potremmo beneficiarne, preferiamo litigare. Il rischio è che siano gli altri a godere. Come troppo spesso è capitato. MASSIMO CORCIONE