A cura della Redazione
Parliamo di libertà. E’ una parola tornata improvvisamente d’attualità, invocata da tutti quando qualcosa non gira come si vorrebbe. Domani i giornalisti scendono in piazza per difendere quella di stampa, denunciano l’esistenza di un regime. La questione è destinata a durare parecchio senza che ragionevolmente si arrivi a una soluzione del conflitto con il Presidente del Consiglio. Una questione di principio: lamentano l’occupazione della tv pubblica, di fatto protestano contro altri giornalisti che assecondano troppo la maggioranza. Quanto l’opinione pubblica partecipi a questa mobilitazione è difficile dire, il rischio che tutto si risolva in una guerra all’interno di una corporazione è forte, ma il problema del rapporto tra politica e informazione resta. Noi che a TorreSette non temiamo attacchi né censure, lottiamo perché altre libertà vengano garantite. Libertà di esistere, innanzitutto: la invoca Torre Annunziata che deve vincere contro altri nemici, che da sempre minano la sopravvivenza dei suoi cittadini. La camorra non è stata annientata, diciamo che in parte è stata anestetizzata, ma è come una bestia ferita: fa sempre paura. Soprattutto se tutto intorno resiste la naturale alleata dei camorristi, la disoccupazione. E per combatterla non è sufficiente un esercito di carabinieri. Eccola l’altra libertà, quella di scegliere una vita normale, con un lavoro normale, una casa normale: un privilegio che tocca pochissimi giovani. L’ultima generazione è la più colpita dalla recessione che sarà anche finita per gli americani, ma che ancora pesa nei discorsi che si fanno nelle grandi aziende. E’ il periodo più nero degli ultimi settanta anni, i ragazzi di oggi saranno i primi condannati ad avere una vita più complicata dei propri genitori, a loro volta condannati a prolungare la propria assistenza alla prole ben oltre i limiti dettati dall’istruzione scolastica. Un fenomeno nazionale che qui viene amplificato, come sempre. Combattere per il lavoro è la priorità che la nuova giunta deve inserire al primo posto nell’agenda. Un’Amministrazione comunale non può fare molto, ma le poche opportunità vanno sfruttate tutte. Libertà è anche vivere in un paese dove le regole si osservano, per assicurare la generale convivenza. Leggerete su questo numero di Torresette il bilancio dell’attività di controllo esercitata negli ultimi mesi: reggerebbero il confronto con una metropoli. Segno che qui la legge è ancora considerata una semplice opzione e non un obbligo. Non osservarla non è una libertà, ma una barbarie. Ne siamo stati vittime per troppo tempo. Oggi siamo solo liberi di esserci stancati. MASSIMO CORCIONE L´Editoriale è stato redatto prima della decisione di rinviare al 3 ottobre la manifestazione nazionale a Roma sulla libertà di stampa, dopo gli eventi luttuosi di Kabul.