A cura della Redazione
Proviamo a vedere se qualcosa cambia. La mobilitazione viaggia anche su Internet, su Facebook, su queste piazze virtuali nelle quali ci si può dare appuntamento anche se si vive lontano 1000 chilometri. Il gruppo che ha fatto conoscere all’Italia intera lo sconcio del ponte-che-non-c’è, lo scandalo di via Sepolcri spaccata in due dai lavori per la terza corsia sull’autostrada più trafficata d’Europa, conta già un migliaio di iscritti. Ma il consenso popolare vale almeno dieci volte tanto, l’indignazione poi è totale. Ora pare che la questione finalmente si avvii a soluzione, con le Autostrade che si accolleranno il compito di riparare qualche errore sicuramente commesso. Perché ciò sia accaduto è la domanda che si pone la Barca dei Saperi, libera associazione che per statuto non vuole diventare partito. Si è proposta di affrontare i problemi concreti, quelli che troppo spesso vengono sacrificati per dedicarsi alle polemiche, alle chiacchiere di schieramento. Quella strada che porta verso il Cimitero e verso i paesi dell’area vesuviana, per ora resta chiusa, bloccata a monte e a valle da due barriere che segnano l’indegno confine. La vergogna, perché di vergogna si tratta, dura da quattro anni, altrove è il tempo sufficiente per costruire una nuova strada, da noi non basta a trovare una notte per piazzare una struttura prefabbricata, né tanto meno a risolvere il problema del deflusso dell’acqua piovana, annoso disservizio che - sempre altrove - avrebbe scatenato proteste e imposto soluzioni rapidissime. Le voci della gente esiliata al di là dell’autostrada le potete ascoltare nella sezione video di Torresette.it, grazie al filmato che Luca, giovanissimo reporter, ha montato con sapienza e gusto da veterano. Ne riceverete la solita impressione: impossibile accettare che una cosa simile sia potuta accadere, soprattutto impossibile pensare che per uscirne non siano bastati 1000 giorni. La cosa che più sconcerta è che la ricerca delle responsabilità spesso si arresta davanti a strade logiche interrotte proprio come via Sepolcri. Impossibile fare il salto logico che proprio un ponte potrebbe colmare. E’ una lotta impari: il sistema, inteso come macchina della burocrazia, ti sovrasta sempre. Ora sembra che il tormento stia per finire, ma è proprio questo il momento di alzare la guardia. Per evitare che l’assurdo possa essere replicato. Quella Barca serve anche a questo. Salite a bordo, se potete. MASSIMO CORCIONE