A cura della Redazione
Impossibile che ci tocchi di vivere un momento più precario. La condizione dominante è quella dell’incertezza, non solo sul futuro, ma anche sul passato. Il decamerone raccontato sui quotidiani in questi giorni dà il senso dì decadenza, da Fine Impero, che pervade tutto. È totalmente sparito l’effetto sorpresa che storie come queste che leggiamo solitamente procurano. Figurarsi se ciò stupisce altro. Il risultato è devastante, diventiamo incapaci anche di reagire, di organizzare una reazione che vada aldilà dell’emotività. Cosi siamo ridotti, e la risposta è la stessa, dal grande al piccolo evento. Al divertimento di uno corrisponde il disorientamento di tutti. In questo clima parlare di progetti è inutile, spesso addirittura dannoso. C’è il federalismo che incombe o si allontana. Neppure questo è certo anche se è solo questione di tempo. Più ne passa e più le conseguenze per il Sud saranno drasticamente penalizzanti. Le vicende di Palazzo alla fine rafforzeranno la Lega e le sue voglie di autonomia finanziaria delle regioni nordiste, a noi non rimarranno che gli spiccioli di una finanza pubblica sempre più povera. Altro che Zone Franche, altro che nuovo lavoro... Sono bastate 14 ragazze con poco amore per se stesse e il problema monnezza è stato azzerato. Non risolto, ma sepolto sotto quintali di altra immondizia altrettanto maleodorante e assolutamente non riciclabile in alcun termovalorizzatore. Non era questa la soluzione promessa. Alle promesse non mantenute purtroppo abbiamo fatto l’abitudine, non ci adattiamo invece al vuoto che caratterizza il nostro presente. Senza speranza che qualcosa cambi, anche le mutazioni genetiche nella maggioranza che governa Torre Annunziata provocheranno più parole che fatti. Proprio ciò di cui sentiamo meno il bisogno. Aspettiamo di conoscere, di sapere, di capire. Prima che tutto precipiti. E non solo nella nostra città. MASSIMO CORCIONE