A cura della Redazione
Non ci voleva una ragazza uccisa ancora non si sa da chi e, soprattutto, perchÈ, non ci voleva una tentata strage davanti a una scuola di Brindisi per riparlare di legalità, di insopprimibile voglia di normalità, di diritto a una vita che tra le proprie opzioni prioritarie abbia ancora la parola futuro. La mobilitazione seguita in tutta Italia alla ingiusta fine di Melissa, sabato mattina, ha rappresentato il segno che non si puÚ ancora restare a guardare, che è giunto il tempo in cui dai ragazzi parta una nuova spinta al cambiamento, alla ribellione costruttiva. Una esigenza moltiplicata per dieci, per cento in questi territori dove, invece, tutto sembra permesso, lecito, ordinario, anche quando il limite di sopportazione è stato abbondantemente superato. Ecco perchè la manifestazione che mercoledì sera ha attraversato Torre Annunziata simbolicamente avrebbe potuto generare un risveglio collettivo, capace di contagiare, nonostante il numero ridotto di presenze, anche chi se ne è rimasto a casa. Un altro segnale, questo, che per noi è necessaria una scossa ulteriore per determinare l´indispensabile elettrochoc. Il senso di appartenenza a una generazione comunque penalizzata può sviluppare un movimento positivo, di impegno dopo troppo disimpegno, troppe deleghe firmate in bianco più per sfiducia indolente che per vero disinteresse. Eí il momento di scendere in campo, ora che in ventíanni la politica dei partiti usciti dal terremoto di Tangentopoli sí è scoperta improvvisamente vecchia, governata da criteri non più accettabili dalle nuove leve. L´importante è partecipare, ma senza improvvisazione, senza che manchi il coraggio di confrontarsi, senza che capiti ancora (come sí è visto in televisione in questi giorni post-elettorali) che si dica: non so, non conosco il problema, non sono autorizzato a parlare. La novità in quel caso crollerebbe subito sotto i colpi di qualche vecchio marpione, già sopravvissuto alla prima rivoluzione oggi esaurita. Quindi viva i ragazzi, in loro riponiamo la nostra fiducia e la nostra speranza. Io personalmente non ho dubbi: vinceranno loro, con questo insopprimibile bisogno di rinnovamento che è anche il nostro, di noi che abbiamo avuto meno coraggio, che abbiamo spesso anteposto gli obiettivi personali al bene di tutti. Loro sono migliori di noi, sanno più cose, comunicano meglio, sanno dove arrivare e come arrivarci. Occorre solo che se ne rendano conto, l´assurda fine di Melissa, a chiunque appartenga la mano che l´ha uccisa, Ë stata la scintilla. Il fuoco sacro si è acceso, ma non lasciamoli soli. MASSIMO CORCIONE