A cura della Redazione
Metti una sera in scena il talento. Torrese, ovviamente, non c’è nulla di più esaltante che giocare in casa, davanti a chi ti conosce da sempre. Il 22 ottobre quest’anno ha regalato le fantastiche performances di Gennaro Venditto, virtuoso della musica, uno che trasferisce nella chitarra la propria anima, la pizzica come le corde del sentimento, trascina chiunque ascolti un suo concerto in una dimensione fantastica. Il suo teatro è stato la chiesa, ma il tempio non è stato profanato. Sarà riconosciuto merito ai parroci che hanno aperto le porte all’arte laica, anzi laicissima. Avrà sicuramente apprezzato anche il Titolare e la stessa Madonna della neve sarà stata felice per l’omaggio musicale che le è stato dedicato. La migliore risposta a chi, in cerca di alibi, invoca sempre l’assenza di spazi per giustificare l’assenza di eventi. Una palestra, un circolo, la strada, la sala di un bar sono tutti luoghi possibili, quello che serve è il talento. Gennaro Venditto ha regalato emozione pura che manco ha richiesto l’esplicitazione del programma in un foglietto. Mettere in fila i pezzi proposti forse avrebbe aiutato, ma le note erano travolgenti, un viaggio tra passato e presente con la solita domanda rivolta al futuro: quando potremo ancora avere simili occasioni? Un happening condiviso con il violoncellista Catello Tuccim splendido compagno di d’avventura; le panche si popolavano quasi per moto spontaneo, e il dettaglio non ha fatto che aumentare l’intensità della partecipazione. Qualche giorno prima, a Napoli, in una chiesa sconsacrata della Sanità, un altro talento torrese ha generato la stessa onda emotiva: Gea Martire, capofila di un manipolo di attori che Torre continua a produrre nonostante non abbia più neppure una sala per provare, ha interpretato un monologo che è stata una magnifica prova d’artista: Mulignana, il titolo del lavoro allestito con Antonio Capuano, meriterebbe un fantastico giro d’Italia, ma ancora non ha un produttore che garantisca un itinerario minimo. Sarebbe bello se Gea potesse passare dalla sua città, dimostrazione che anche da qui può partire una carriera artistica onorata dalle chiamate d’autore che puntualmente continua a ricevere. Una pazza idea continua a tormentarmi: perché non organizzare una grande vetrina del talento torrese? Uno spettacolo che riunisca tutte le arti e tutti gli artisti? Abbiamo scenografi, registi, musicisti, attori e ballerini: una ricchezza che va condivisa qui e non solo esportata. Quella sì, sarebbe una festa. Ma chiamiamolo progetto, non sogno. MASSIMO CORCIONE