A cura della Redazione
Partiamo da una buona notizia, da un premio importante vinto da un giovane torrese: Francesco Palmieri lo ha ottenuto per un saggio su Cesare Pavese, uno dei più grandi (e tormentati) protagonisti della letteratura del ‘900. Un riconoscimento prestigioso ricevuto insieme a personaggi come Massimo Cacciari, Paolo Mieli, Alan Friedman, nomi che scandiscono la storia culturale di questi tempi, un premio che potrebbe aprire al ricercatore Palmieri orizzonti importanti. La sua speranza è il nostro augurio che temporalmente coincide con i giorni della riapertura dell’anno scolastico. Bentornati a scuola. Da sempre, il saluto significa fine dell’estate e delle vacanze e inizio di un percorso nuovo. Spesso, anzi spessissimo, costellato di insidie, di incognite, di trappole. Quanto è difficile il mestiere di studente, tutto proteso verso un futuro oggi incerto quanto non lo è stato mai in passato. Come rispondere a quella domanda che tutti ripetono ossessivamente e che risuona nella mente dei ragazzi quasi come un incubo: che cosa farai da grande? Quando sei alle superiori, sei troppo adulto per rispondere scanzonatamente “voglio fare l’astronauta” e sei troppo preso da mille dubbi per offrire soluzioni che possano avere un senso. Tutto è precario, anche i riti che per decenni sono stati immutabili cambiano in continuazione, sotto il vento della novità ad ogni costo. L’esame di maturità risponde a regole in eterna trasformazione, la valutazione somiglia più a una formula matematica e invece èun giudizio che racconta il percorso umano oltre che scolastico di un allievo. Posso tranquillamente confessare che non tornerei indietro, che l’incantesimo di riportarmi ai tempi del liceo sarebbe forse più vicino a una maledizione che a un piacevole prodigio. Anche se di quel periodo conservo un magnifico ricordo che ancora si materializza in qualche sogno rassicurante. Anche se quest’anno i ragazzi del Pitagora-Croce finalmente beneficeranno di una palestra che quelli della mia generazione (e di tante altre) non hanno mai avuto. La vita è fatta per essere vissuta solo una volta, perfino gli errori meritano di non essere corretti in improbabili repliche. Bentornati a scuola anche ai professori. Devono ancora trovare chi restituisca loro entusiasmo e dignità. C’è una riforma pronta, ma, se i contorni sono netti, il contenuto è ancora avvolto in una nebbia insopportabile. Io tifo per loro, e non solo perché a quella domanda ossessionante per tutta l’adolescenza ho sempre risposto: “da grande voglio fare il professore”. Bentornati a scuola, nonostante tutto. MASSIMO CORCIONE