A cura della Redazione
Tutti da Poppea, sabato sera. Stavolta l’invito è ufficiale e potrete beneficiarne tutti voi che potete. La riscossa non può che partire dalla conoscenza. Tutto il resto è aria, per nulla salubre: avvelena tutti e non aiuta nessuno. L’iniziativa, partita dall’Amministrazione comunale e dall’assessore Antonio Irlando, è benemerita, comunque la pensiate, e rappresenta un ideale punto di ripartenza per l’intera città. E’ trascorso qualche mese dall’ultimo (legittimo) moto d’indignazione popolare: si protestava (ripeto, giustamente) contro la concessione del preziosissimo spazio archeologico a una multinazionale per delle serate di gala, con tanto di catering organizzato con vista sugli affreschi pompeiani. Uno scandalo contro il quale è insorto un popolo, quello torrese, che nella sua stragrande maggioranza neppure conosce quei gioielli riemersi dopo quasi due millenni di oblio. L’orgoglio campanilistico va trasformato in energia positiva, in mobilitazione volta alla valorizzazione di un patrimonio che non produce ancora ricchezza, e che viene spesso invocato a sproposito. Gli scavi spiegati da chi ne conosce ogni segreto sono il luogo più affascinate che si possa immaginare di visitare: è come fare un tuffo in un passato lontanissimo eppure magicamente misterioso, riassaporare attraverso il racconto momenti di raffinatezza oggi inimmaginabili. A voi che varcherete il cancello di Via Sepolcri va tutta la mia più sana invidia per poter beneficiare di un piacere scontato eppure così difficile da godere. Ascoltavo, qualche giorno fa, il racconto entusiastico di chi era appena stato ad Agrigento, nella Valle dei Templi: un’altra terra che fortemente ha rischiato di finire violata, anzi violentata dall’abusivismo edilizio dei suoi nuovi abitanti. Quel tesoro è stato in parte salvato, e ora viene esaltato attraverso una fruizione intelligente: le visite notturne non sono una rara eccezione, ma l’ordinaria normalità durante il periodo del gran caldo, quando i turisti se ne stanno il giorno al mare e la sera s’incantano davanti a queste splendide eredità arrivate fino a noi. Fare lo stesso anche per Pompei, Ercolano, Oplonti e Stabia sarebbe la soluzione più semplice, ma è ancora la più lontana. L’importante, per innovare, è cominciare l’opera. Poi la si potrà migliorare e raffinare. Ripartiamo: tutti da Poppea sabato sera, voi che potete. MASSIMO CORCIONE