A cura della Redazione

Nella credenza della cucina, in un’anta del mobile in salotto, nei cassetti di un comodino. Nella casa di ogni italiano si nasconde sempre almeno un mazzo di carte. Ce ne sono di diversi tipi, in base ai giochi che si sanno fare in famiglia: si va, di solito, da quelle italiane a quelle francesi. Per rendersi conto del numero di giochi fattibili con le carte e di mazzi diversi esistenti, cui si aggiungono quelli dei giochi di carte collezionabili in italiano o altre lingue (Yu-gi-oh e simili) e quelli di altri giochi come “Uno”, basta visitare alcuni siti online che mettono a disposizione diverse recensioni, come quella su bbet, relative ai portali dedicati ai giochi di carte. Ma la domanda che tutti gli italiani si chiedono a questo punto è: quale sarà il gioco di carte più giocato nel nostro Paese? Perché se è pur vero che sono molti quelli cui sappiamo giocare, è anche vero che ognuno di noi, nel nostro piccolo, ne preferisce sempre uno piuttosto che un altro. Ecco, dunque, la classifica di quelli più scelti nelle nostre case. Ci limiteremo al podio, dal terzo al primo posto, descrivendo brevemente anche il regolamento dei giochi citati.

Il Tresette, un gioco di carte tipicamente italiano

Al terzo posto troviamo il Tresette. Si tratta di un gioco di carte tipicamente italiano, che per lo più prevede la partecipazione di 4 giocatori, per quanto sia possibile giocarci anche in 2. Ma il regolamento originale parla di partite da farsi in coppie da 2. Passando al valore delle carte, l’Asso vale un punto; il Due, il Tre e le figure valgono un terzo di punto. Le carte dal 4 al 7 non hanno valore. La carta più forte nella presa è il 3, seguita da tutte le altre a scendere. Dopo l’Asso si riparte dal Re e si arriva al 4. Scenario di tante mani a Tresette sono i bar, in cui i giocatori si riuniscono per cimentarsi a questo gioco, come lo storico Bar Ghezzi di Torre Annunziata, luogo di ritrovo di giocatori professionisti, e non, di Tresette, purtroppo chiuso definitivamente nel 2019. Ogni partita è composta da 10 mani, in quanto tutte e 40 le carte vengono distribuite ai 4 giocatori e ognuno ne calerà una per turno. Si dovrebbe tentare di giocare tutte carte dello stesso seme in una mano e chi ha quella dal valore più alto porta a casa tutte le altre. Chi riesce nella pescata inizia per primo il turno successivo. Se non si hanno carte di quel seme in mano, si può giocare un “piombo”, ossia una qualunque carta di altri semi, cercando di evitare di usare i carichi. Vince la coppia che arriva prima a 11, 21 o 31 punti.

Giochi di carte: la scopa è il secondo gioco italiano

Ebbene sì, la Scopa è stata a lungo il gioco di carte più giocato in Italia. Questo soprattutto per la semplicità del suo regolamento e della conta dei punti alla fine di ogni mano. Ma da un paio di anni è retrocessa al secondo gradino del podio. Sono tanti gli italiani, però, che ne conoscono a menadito le regole e che si divertono a trascorrere il tempo anche con gli appartenenti a diverse generazioni: basti pensare a nonni e nipoti, genitori e figli. A differenza del Tresette, in cui, come abbiamo appena visto, la partita tradizionale si dovrebbe disputare in quattro persone, la Scopa si gioca solitamente in due, anche se esiste una versione da poter giocare a coppie. Quest’ultima è altrimenti nota come Scopone Scientifico e le regole sono leggermente diverse rispetto a quelle della Scopa tradizionale. Qui vengono distribuite tre carte a giocatore e 4 rimangono scoperte sul tavolo. In ogni turno, che prevede la calata alternata di tutte e 3 le carte in mano, si può: prendere una carta dal tavolo di pari valore a quella usata; prendere più carte dal tavolo la cui somma dia il valore della carta che si intende usare; calarne una a propria scelta se non ci siano carte prelevabili. In caso la presa tolga tutte le carte dal tavolo si otterrà una “Scopa”, che dà diritto a un punto aggiuntivo per ogni scopa ottenuta ai 4 canonici: “Carte” (chi ne ha il maggior numero); Denari (chi ha più carte di quel seme); “Sette Bello” (chi possiede il sette di denari); “Primiera” (combinazione di 4 carte, una per seme, solitamente di 7 e 6, che danno luogo a un determinato punteggio). Vince chi ottiene per primo 11 o 21 punti.

Il gioco di carte più giocato in Italia è la Briscola

Ecco svelato, dunque, chi ha sopravanzato negli ultimi tempi la Scopa al primo posto della classifica dei giochi di carte più giocati dagli italiani. Parliamo della briscola, una specialità piuttosto datata nel panorama dei giochi nel nostro Paese. Prime attestazioni certe risalgono addirittura al 1800, mentre il suo nome sarebbe addirittura di origine cinquecentesca, prendente spunto da un termine francese: la “Brisque”, ossia il gallone dei soldati transalpini, i quali sembra che amassero giocare a questo gioco nel tempo libero tra una battaglia e l’altra. Il regolamento che noi tutti utilizziamo al giorno d’oggi, invece, dovrebbe essersi stabilizzato solamente nel 20esimo secolo, quando la briscola divenne un gioco tipicamente italiano. Fatto sta che questa specialità delle carte piace agli abitanti del Belpaese, tanto che Italo ha deciso di riproporlo ai passeggeri sui propri treni in versione digitale, insieme ad altri contenuti di intrattenimento. A briscola si può giocare in 2 o in coppie di 2. Ogni giocatore riceverà tre carte e una verrà scoperta a terra: il seme di quest’ultima rappresenterà quello di briscola, ossia quello che vincerà su tutti gli altri nella mano. Il valore delle carte è presto detto: l’Asso vale 11 punti, il Tre 10, il Re 4, il Cavallo 3, il Fante 2. Tutte le altre non apportano punti. Ovviamente il 7 può prendere un 6, il 5 batte il 4 e così via. In ogni turno si cala una carta e chi ha la carta più alta di valore o una briscola si porta a casa entrambe. In caso di due briscole, vince quella col valore più alto. Chi prende la carta all’avversario dovrà pescare per primo al turno successivo. Si avranno sempre 3 carte in mano, quindi, fino all’ultimo turno, dove si procede con le tre carte finali. Vince la singola partita chi totalizza almeno 61 punti, ossia uno in più rispetto alla metà del massimo ottenibile: 120.