A cura della Redazione

La Compagnia della Guardia di Finanza di Mondragone ha portato a termine ulteriori accertamenti investigativi nell’ambito di una più ampia indagine - coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere - per la repressione del caporalato in agricoltura sul territorio di Mondragone.

Dopo l’arresto di una coppia di caporali avvenuto lo scorso mese di ottobre (un tunisino e la sua compagna ucraina, entrambi di 49 anni), a finire in manette è stato questa volta un altro caporale di nazionalità rumena, 35 anni, che gestiva in media oltre trenta braccianti, per lo più dell’Est Europa, che venivano quotidianamente prelevati dalle piazze di raccolta e portati a lavorare in campagna in condizioni di evidente sfruttamento. L'uomo è stato tradotto ai domiciliari. Per altri due soggetti, ucraini, di 34 e 53 anni, è scattato l'obbligo di rpesentazione alla Polizia Giudiziaria.

In concorso con i caporali, sono stati indagati anche due committenti, B. A. di Mondragone (CE), 60 anni, e C. S. di Formia (LT), 57 anni, titolari di aziende agricole che hanno a loro volta beneficiato di tale sistema illecito per abbattere drasticamente i costi della raccolta.

Dalle indagini sono emerse le condizioni particolarmente disagiate in cui era costretta a lavorare la manodopera, perfino in situazione climatiche estreme come accaduto il 29 ottobre scorso, giornata caratterizzata da forti temporali e raffiche di vento. Dalla paga - già di per sé inferiore a quanto dovuto - venivano scorporate anche le spese per il trasporto e per il compenso spettante al caporale per il reclutamento e l'intermediazione con il proprietario terriero. I braccianti lavoravano onoltre dall'alba fino a tardo pomeriggio, senza avere a disposizione servizi igienici idonei, senza poter comunicare tra loro, perennemmente controllati e in spregio a qualsiasi norma di sicurezza sul posto di lavoro.

Il caporale, pur risultando formalmente assunto a tempo indeterminato come operaio presso un'azienda di commercio all'ingrosso di frutta e ortaggi freschi, svolgeva l'illecita attività avvalendosi dell'apporto prestato dagli altri due soggetti suoi connazionali che, oltre a reclutare manovalanza, svolgevano compiti di autisti e capi squadra, provvedendo al materiale trasporto degli operai presso i fondi (su furgoni inadeguati e pericolosi), nonché al controllo sui lavoratori.

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