A cura della Redazione

IL FATTO - Dopo le offese arrivano anche le minacce di morte per il sindaco di Aversa (Caserta) Alfonso Golia, sotto attacco via social per aver tenuto aperte le scuole lunedì e martedì nonostante gli allerta meteo lanciati dalla Protezione Civile. "Se non chiudi le scuole ti accoltello" è uno dei messaggi, scritto in dialetto, inviati sulla pagina Facebook del primo cittadino, che ha deciso di tenere i messaggi lì, sulla propria bacheca."perché voglio sollevare un tema che è sotto gli occhi di tutti: ci sono generazioni che si stanno perdendo dietro l'apparenza e la virtualità e, cosa ancor più preoccupante, dimostrano di non avere alcun rispetto né per la persona, né per l'Istituzione. La domanda che sinceramente mi pongo è se si rivolgono così a un Sindaco, come si rivolgeranno a un docente, un coetaneo, un adulto, al prossimo?".

Golia lancia poi un appello: "Spero che l'aver pubblicato quelle frasi serva ad aprire una riflessione nelle famiglie e in città". Perché sono la dimostrazione e lo specchio della deriva della nostra società e trattandosi di giovanissimi, il tema deve coinvolgerci tutti".

IL PENTIMENTO - L'episodio increscioso, però, ha avuto un epilogo. La mamma del minorenne, insieme al ragazzo, si è recata dal sindaco per porre le sue scuse e quelle del figlio.

"Oggi ho incontrato uno dei giovanissimi minorenni che nei giorni scorsi mi ha minacciato se non avessi chiuso le scper uole per l’allerta meteo, accompagnato dalla mamma - scrive sulla pagina di facebook il sindaco -. Il ragazzo ha mostrato il suo sincero dispiacere e le scuse più sentite per l’errore commesso.

Mi sono trovato di fronte la pura incoscienza, quella che non ti fa rendere conto del rischio, anche penale, che si corre nel fare certe cose. Non voglio generalizzare, ma spesso abbiamo ragazzi spavaldi quando c’è la virtualità a proteggerli, quando sono in gruppo, ma estremamente fragili presi singolarmente. E questo deve far riflettere.

Come deve far riflettere, non mi stancherò mai dirlo, l’esempio che diamo noi adulti. Se si usano toni sopra le righe, se non si ha un comportamento corretto nella quotidianità e nella virtualità, cosa possiamo aspettarci da questi ragazzi? Lo smartphone, le auto 50, l’accesso senza controlli e limiti ad internet…Siamo noi adulti a concederli.

E a nulla serve lo scontro generazionale. Se cambiano i tempi, bisogna anche rivedere i modelli educativi, a partire dalle famiglie. Non è più il tempo delle giustificazioni, bisogna intervenire".