A cura della Redazione
«Una manifestazione per la riapertura del ponte di via Sepolcri». L’iniziativa è della Barca dei Saperi, il gruppo spontaneo di cittadini, guidato da Michele Del Gaudio, che lunedì scorso si è riunita per discutere dell’annosa questione riguardante il viadotto chiuso dal 2006. Nel corso dell’incontro, è stato fatto il punto della situazione e si è cercato di capire i motivi che hanno portato a questa empasse, gravemente dannosa per la circolazione stradale e pedonale da e verso i comuni vesuviani. Il ponte, abbattuto quattro anni fa per consentire la realizzazione della terza corsia dell’autostrada Napoli-Salerno, non è stato più ricostruito. Il motivo risiede nella sua altezza. «Sulle autostrade a sei corsie - recita il comunicato diramato dalla Barca dei Saperi - ogni ponte deve essere alto almeno cinque metri. Il ponte abbattuto, invece, era alto poco più di quattro metri, quindi la differenza andava colmata abbassando il livello della sede autostradale. Lavoro da escludere dal momento che in quel punto specifico passano a circa due metri di profondità la vecchia rete fognaria, e ad otto metri le nuove condotte del depuratore. L’errore clamoroso è stato quello di aver abbattuto il ponte prima di abbassare il livello dell’autostrada e quindi prima dell’entrata in funzione del depuratore». Secondo i componenti della Barca dei Saperi, le responsabilità sarebbero da ripartirsi tra Regione Campania, Comune di Torre Annunziata, Società Autostrade, Comune di Boscotrecase e l’Autorità di Bacino avrebbe dovuto provvedere all’entrata in funzione del depuratore. Alla riunione, ha partecipato anche il primo cittadino, Giosuè Starita, che ha illustrato tre soluzioni al fine di consentire una riapertura, a breve, del ponte: 1) costruzione di un ponte ad arco che consentirebbe di rispettare l’altezza di cinque metri dal manto stradale. La Società Autostrade si impegnerebbe a realizzarlo a sue spese in una quarantina di giorni. La soluzione però è osteggiata dal comune di Boscotrecase e dai residenti in zona; 2) deviazione provvisoria delle acque sporche del canale fognario esistente nella grande condotta del depuratore, già ultimata, fino a che l’impianto non cominci ad operare. Per attuare l’idea occorrerebbe però una deliberazione in deroga temporanea alle leggi a tutela dell’ambiente. L’Autostrada sosterrebbe i costi di circa due, tre milioni di euro. I tempi si allungherebbero notevolmente; 3) attendere l’entrata in funzione del depuratore. I dubbi però sono molti, in quanto l’annuncio dell’apertura si ripete da tempo senza essere seguito dai fatti. La soluzione migliore, secondo noi, è l’installazione del ponte ad arco, in quanto sarebbe la più immediata ed efficace. Nel giro di qualche mese, infatti, la Società Autostrade garantirebbe la realizzazione e la posa in opera dell’opera infrastrutturale. Resterebbe solo da tutelare gli interessi legittimi di alcuni proprietari di immobili che sarebbero penalizzati dalla presenza del ponte ad arco. Di parere opposto, invece, il gruppo della Barca dei Saperi: «L’assemblea non ha scelto la soluzione da sostenere. Ha, però, escluso quella del ponte ad arco, per non danneggiare ulteriormente i residenti che già stanno soffrendo da quattro anni per colpe non loro». Nel frattempo, la Barca dei Saperi ha deciso di organizzare una manifestazione pubblica con il supporto di associazioni ed enti, nonché dei cittadini, alla quale invitare anche i sindaci di Boscotrecase e Torre Annunziata. Ma non solo. E’ in programma anche una visita di una delegazione del sodalizio al Prefetto di Napoli per sollecitare interventi rapidi. Ed infine, la presentazione di un esposto-denuncia alla magistratura. BENNI GAGLIARDI (dal setiimanale TorreSette del 14 maggio 2010)