A cura della Redazione
“Vangelo e Costituzione”, editore Pironti, è l’ultima fatica editoriale di Michele Del Gaudio. L’ex magistrato, attraverso l’immenso senso civico che contraddistingue la sua attività, ha concesso la pubblicazione a puntate del libro. Ecco le prime due. Vangelo e Costituzione 1ª Puntata «Quando mi chiedono se credo in Dio, rispondo che credo nel Vangelo e nella Costituzione, due testi straordinari sempre dalla parte dei deboli e non dei forti, degli oppressi e non degli oppressori, degli occupati e non degli occupanti…». Se Gesù tornasse oggi, cosa direbbe, cosa farebbe? Predicherebbe il Vangelo e la Costituzione! È la tesi di un racconto, immaginato ma realistico. Il Messia rinasce e cresce nei quartieri più disagiati di Napoli, fa l’operaio metalmeccanico in Emilia, lotta per la giustizia economica e sociale, caccia i mercanti dal tempio della finanza, s’impegna per la pace. Nel suo cammino, permeato dall’incontro con gli apostoli contemporanei, affianca al Vangelo la Costituzione e ripropone il suo progetto originario: umano, terreno, laico non ecclesiale: il suo fine è la trasformazione del mondo reale in “regno dei cieli”, cioè in un villaggio globale in cui siano effettive l’uguaglianza, la libertà, la giustizia, la solidarietà… Attraverso la cronaca e il dialogo viene affrontato in maniera appassionata e coinvolgente il ruolo di donne e uomini, stati, borsa, banche, imprese, cittadini, lavoratori… e religioni, in gran parte attraversate da scandali e centri di potere, proprio come duemila anni fa. Il messaggio è l’equilibrio materiale e spirituale del genere umano attraverso un amore attivo che faccia dell’azione individuale e comunitaria lo strumento essenziale per l’attuazione dei “diritti inviolabili” delle persone. A tutte le persone che soffrono a causa della mancata attuazione del Vangelo e della Costituzione e si impegnano per realizzarli Ringrazio il professor Lorenzo Tommaselli, che ha stimolato questo volumetto attraverso dialoghi profondi e stringenti, e mio figlio Luca, che, ad appena sedici anni, mi ha offerto consigli preziosi ed efficaci. I magi La luce cominciava a filtrare, ma la caligine opaca resisteva. Poche ombre avanzavano senza domani. Anna, vent’anni, rompeva il silenzio con passo svelto e la testa piena di Mario, della sera prima, di risate che disegnavano futuro. Era lei il raggio di sole spezzato. Dumitru aveva bevuto tutta la notte, con Alexandra nel cuore e nella pancia. Non aveva mai fatto l’amore con lei, ma in Romania l’aveva desiderata, e la desiderava ancora di più adesso che era solo, al di qua delle Alpi. La nebbia si alzava, doveva agire in fretta. Seguiva Anna da un paio di minuti. Niente cespugli o un’auto sull’asfalto intriso di sogni martoriati ove nascondere il furto di un’anima. L’assalì di fianco dopo uno scatto mal riuscito. Neanche lui comprese bene, mentre Anna urlava senza voce e le ombre allargavano la via. Enzo da bambino voleva fare il soldato, da grande si innamorò di un collega di lavoro. Non aveva mai avuto atteggiamenti o movenze dubbie, non aveva mai osservato altri teenager, eppure… ora si smarriva nell’ammirarlo, il vicolo gli si apriva in strada, autostrada, aeroporto, cielo… non si era mai sentito così leggero. … alcuni Magi vennero da oriente… la stella… li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino (Matteo, 2:1 e 9). Betlemme In quel basso di via Forcella non era mai entrato il giorno. Lo avevano riempito di buio e miseria almeno da cent’anni. Ma da qualche mese le mura ingrassate di sporcizia accoglievano gemiti d’amore. Peppe, napoletano verace, faceva l’idraulico; Mbaye, arrivata dal Senegal nell’infanzia, puliva case già pulite. Riuscirono ad affittare il tugurio con l’aiuto del Signore. Ci credevano al Signore, erano bravi giovani che si mantenevano a galla nella melma della criminalità, che inondava anche i piani superiori. Donna Carmela, la sibilla del quartiere, aveva vaticinato per la notte. Sul treno Milano-Napoli, Dumitru aveva occupato un intero scompartimento con i suoi incubi acuminati ed ingombranti. Nel vagone successivo Anna si copriva il ventre pudico e singhiozzava nel vuoto. Usciti dalla stazione, cercarono la casa l’uno all’insaputa dell’altra. Davanti al basso di Forcella si ritrovarono Anna, Dumitru ed Enzo. Gesù Esposito nacque a mezzanotte in punto, secondo la predizione. Nero di pelle, arcobaleno di cuore. All’esterno studenti ed operai tesero le mani alla speranza, mentre un poliziotto dormiva, un magistrato si lavava le mani, un salotto buono parlava di soldi. Anna non riconobbe Dumitru. Dopo nove mesi ebbe Franco. Dumitru non seppe mai di avere un figlio. Enzo diventò sacerdote. … ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù… a Betlemme… (Matteo, 1:25-22:1). Vangelo e Costituzione 2ª Puntata Nazareth Gesù cresceva negli occhi della mamma. Fin da piccolo dimostrò di avere una bella personalità: risoluto, determinato, tenace, ma anche umile, paziente, equilibrato; ascoltava i genitori che lo ascoltavano; donava il suo, ma era inflessibile con i prepotenti; anche per questo qualche volta faceva a botte, per le cause giuste, per i bambini più deboli, per il colore della sua pelle. Peppe rese il terraneo una bomboniera: imbiancata, limpida, innocente, con mobili usati quasi nuovi e un impianto idraulico che nemmeno i re avevano così funzionante. Ma successivamente fu costretto a trasferire la famiglia altrove: Gesù aveva picchiato Ciruzzo, il figlio del boss Tore Capagrossa, che vessava i ragazzini con angherie di tutti i tipi. – È un bullo! Ma con me non attacca! – Si difese il negretto. – Però appartiene a quella famiglia! – Tentò di placarlo Peppe. – Non si può permettere a un furbetto di fare il padrone della scuola! Oggi ha minacciato Manuel col coltellino e si è fatto dare l’euro per la merenda! – E tu che hai fatto? – Gli ho dato una paccariata (una serie di ceffoni con tutta la mano: pas, pasa, pan; cheir, cheiros)! Non sapeva se dormiva o era sveglio! – E non gliela poteva fare Manuel la paccariata? – Papà, ci vuole il coraggio e Manuel è troppo buono, non sa reagire! – E allora interviene Zorro! – Ma allora stai dalla parte di quel fetente? – No, solo che vorrei che tutti i ragazzi avessero la personalità che hai tu. Se ogni ragazzo sapesse difendersi, i bulli non troverebbero vittime, non esisterebbero. – Però Ciruzzo deve avere una bella lezione anche dalla scuola! – Figlio mio, che Ciruzzo venga punito o no è secondario. Se io fossi la scuola mi concentrerei sulle vittime, non sui bulli. Cercherei di aiutarle a crescere forti dentro… da poter reagire ad ogni aggressione in maniera matura. – E intanto Ciruzzo detta legge! – No, a Ciruzzo… lo… insomma non lo condannerei senza appello. Lo convincerei… Non sono un insegnante, ma ci sarà qualcuno competente… per aprire le porte invece di chiuderle! – Pa’, non ti innervosire… – Dobbiamo andarcene, Gesù! E sperare che la gente si svegli per poter… almeno combattere… un giorno! – Pa’, ma che fai, piangi? – È solo una lacrima di rabbia… Ho paura che l’ecosistema, come dice la tua maestra, diventi sempre più inquinato per tutti e tre… E ho paura di non essere all’altezza… Nessuno mi ha insegnato a fare il padre… Vorrei qualcuno che… Anche noi genitori dovremmo andare a scuola! – Va bene, traslochiamo… ma io non abbasserò mai la testa… davanti a nessuno… Trovarono un appartamentino nelle Vele di Scampia. Mbaye lo rese ancora più accogliente del basso e lo adornò anche con sentimenti e valori: le foto significative della vita di ognuno di loro, a cui si aggiunse presto quella di Giacomo, con accanto quella benedicente del papa buono. Erano ignoranti, ma capivano, il Vangelo lo capivano. Nessun corno, nessun amuleto, nemmeno l’immagine del monaco con le stimmate! E l’articolo 3 della Costituzione italiana risaltava al centro della parete grande del soggiorno cucina cameretta. Erano quasi analfabeti, ma Mbaye alla scuola media aveva partecipato ad un corso sulla legalità: il giudice che li incontrava non faceva una lezione, ma estraeva le regole di vita e i principi della Costituzione dalle loro menti, e qualcosa le era rimasto. L’aveva colpita anche perché era un giudice che non giudicava. Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto… Erode… mandò a uccidere tutti i bambini… Morto Erode… Egli… prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma… nella Giudea… ebbe paura di andarvi… si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret (Matteo, 2:14-19 e 21-23).