A cura della Redazione

Truffa aggravata e indebita compensazione di debiti tributari e previdenziali con crediti inesistenti. Con queste accuse sono finiti in carcere il professionista romano Gian Luca Apolloni e l'imprenditore Roberto Laganà, arrestati dalla Guardia di Finanza di Roma.

Il primo è noto alle cronache per essere considerato il faccendiere dei cosiddetti "Panama Papers", svolgendo il ruolo di intermediario nella creazione di oltre 200 “società schermo” a Panama, collegate a ulteriori imprese aventi sede a Samoa, Bahamas, Anguilla, Isole Vergini Britanniche e Cipro. Apolloni fu già arrestato nel 2013 e nel maggio scorso per altri reati.

Attraverso indagini tecniche e perquisizioni, i finanzieri hanno scoperto che la società RTS cooperativa di Roberto Laganà, attiva nell'intermediazione di forza lavoro, per neutralizzare i propri debiti fiscali e previdenziali, ha eseguito numerose compensazioni indebite - tramite presentazione di modelli di pagamento F24 relativi a crediti d’imposta inesistenti - per oltre 15 milioni di euro, azzerando fraudolentemente le posizioni debitorie. Il tutto con la "consulenza" di Apolloni. Qeust'ultimo, inoltre, avrebbe truffato numerose persone che si erano rivolte a lui, su suggerimento di funzionari di una banca lussemburghese, per gestire le operazioni di rientro di capitali detenuti all’estero tramite la procedura della voluntary disclosure (il rientro dei capitali investiti nei paradisi fiscali). Otto le vittime accertate della truffa, dell'ammontare di 2 milioni di euro.

Le Fiamme Gialle capitoline hanno anche sottoposto a sequestro immobili, terreni e conti correnti per un valore di oltre 35 milioni di euro.

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