A cura della Redazione

Sergio Marchionne «non potrà riprendere la sua attività lavorativa». Lo afferma Fca nel rendere noto che le condizioni di salute del manager, sottoposto nelle scorse settimane ad un intervento chirurgico, sono peggiorate per «complicazioni inattese durante la convalescenza». L'Ad di Fiat Chrysler Automobiles (FCA) è ricoverato in ospedale per un intervento dalla fine del mese di giugno.

Il Mondiale con la Ferrari è sempre stato il suo grande sogno e lasciare ora che il Cavallino rampante ha venti punti di vantaggio sulla Mercedes, e Sebastian Vettel domina la classifica piloti, è davvero un peccato. La firma sulla vittoria, se arriverà, sarà comunque quella di Sergio Marchionne, che lascia la guida dell'azienda - avrebbe dovuto farlo nel 2021 - a Louis Carey Camilleri e John Elkann dopo averne assunto la guida nel 2014 proprio per riportarla in trionfo.

"Per la Ferrari è importante vincere - aveva detto - e sono anni che facciamo fatica...". Era il giorno del flop al Gp di Monza, Fernando Alonso fuori dopo 29 giri col motore spento e Kimi Raikkonen soltanto nono alla bandiera a scacchi. Ben altra immagine rispetto a quelle della SFT1H che domina a Silverstone e che oggi conquista la pole ad Hockenheim - con tanto di dedica a Marchionne da parte di Vettel. In mezzo una vera e propria rivoluzione. Sportiva ma non solo.

Con Marchionne alla guida di Fca (al suo posto ora è stato nominato Mike Hanley), la Ferrari è tornata ad essere un gioiello di famiglia, il 90% delle sue azioni in mano grazie al riacquisto delle quote di Mediobanca e del fondo sovrano di Abu Dhabi Mubadala. Lo spin off e la quotazione in Borsa, a Wall Street e a Milano, sono uno dei capolavori del manager italo-canadese. Che ha sì portato la sede della Rossa in Olanda, ma con l'operazione le ha dato radici solide. E italianissime. "La Ferrari è nata e morirà italiana - disse pochi giorni dopo il suo insediamento alla presidenza -. Se qualcosa venisse prodotto fuori sarebbe osceno, totalmente inconcepibile. Se non nascesse qua non sarebbe più la Ferrari".