A cura della Redazione

Circa quattrocento i finanzieri del Comando Regionale Friuli-Venezia Giulia sono stati impegnati dall’alba di oggi nel Triveneto e in tutto il territorio nazionale in acquisizioni documentali, perquisizioni e sequestri disposti dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Gorizia presso decine di enti pubblici, società e abitazioni di soggetti indagati. L’attività investigativa delle Fiamme Gialle ha riguardato molteplici appalti di opere pubbliche per un valore di oltre un miliardo di euro.

Le procedure di affidamento riguardano la manutenzione e la costruzione di strade, autostrade, ponti, viadotti, cavalcavia, sottopassi, gallerie, piste aeroportuali, edifici, opere fluviali e di sistemazione idraulica, acquedotti, gasdotti, opere marittime e lavori di dragaggio, impianti di bonifica e protezione ambientale.

Alcune procedure si riferiscono a opere da realizzare in diverse aree colpite dal sisma del 2016 nel centro Italia, tra cui “Norcia”, “San Benedetto”, “Tre Valli Umbre”.

La Procura della Repubblica di Gorizia sta ricostruendo le catene di appalti e subappalti e verificando la regolarità di circa 150 procedimenti di aggiudicazione delle opere pubbliche a seguito di gare indette negli anni dal 2015 al 2018. I provvedimenti di perquisizione e sequestro riguardano invece le sedi amministrative di 120 società ed i domicili di 220 soggetti ubicati in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto-Adige, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna.

Gli inquirenti ipotizzano accordi tra imprese diretti alla spartizione delle opere nell’ambito di più complessive alleanze tra società. Sarebbero emersi, inoltre, lacostituzione di associazioni e raggruppamenti temporanei meramente cartolari; l'utilizzo di contratti di subappalto per quote superiori al limite normativo del 30%, in cambio del riconoscimento di percentuali di guadagno; la falsa indicazione documentale di dotazioni logistiche e strumentali al fine di incrementare il punteggio tecnico attribuito dalle commissioni aggiudicatrici.

Sarebbero decine le turbative d’asta attuate tra le imprese coinvolte per effetto di pratiche collusive. Riscontrati inoltre fenomeni di frode nella realizzazione delle opere appaltate, con lavorazioni eseguite utilizzando talvolta materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati e in quantitativi inferiori rispetto a quelli richiesti e fatturati, con conseguenti gravi violazioni anche di natura ambientale, il tutto con il comportamento a volte omissivo di coloro che avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo.

L’indagine, che pure ha preso avvio dai controlli relativi ad un appalto “anomalo” che interessava la città di Gorizia, si è poi estesa a diverse opere del territorio regionale prima e nazionale poi, evidenziando collusioni che travalicano il confine friulano e diventano “sistema” diffuso in varie regioni.

La Procura indaga per associazione a delinquere, turbativa d’asta, inadempimenti e frodi nelle pubbliche forniture, subappalti in violazione di legge e concussione. Sono al vaglio altre ipotesi di reato. Le indagini proseguono nel rispetto del segreto istruttorio con l’esame della documentazione sequestrata ed acquisita, nonché con interrogatori e testimonianze.

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