A cura della Redazione

La Squadra Mobile della Questura di Lecce, in collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile di Ravenna, dei Reparti Prevenzione Crimine di Lecce, Potenza e Pescara e del Reparto Volo di Bari, nell’ambito di un più ampio contesto investigativo che vede coinvolti 49 indagati, hanno dato esecuzione a 16 misure coercitive emesse dal GIP di Lecce su richiesta della locale DDA a carico di atrettanti soggetti, indagati a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, nonché per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli arrestati sono tutti facenti parte di un gruppo criminale che,  nel periodo preso in esame dalle indagini, avevano acquisito il controllo di parte del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, nel capoluogo leccese, attraverso una serie di sodali storicamente legati a loro.

Il procedimento, avviato a seguito di attività di indagine finalizzate ad individuare gli autori di una serie di atti intimidatori posti in essere nei confronti di congiunti di un collaboratore di giustizia, è stato, poi, ulteriormente implementato dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia il quale ha, di fatto, riscontrato l’intero quadro probatorio acquisito nell’ambito dell’attività investigativa.

Gli elementi acquisiti hanno dimostrato come il gruppo criminale avesse ormai raggiunto nel territorio leccese, approfittando anche dello stato di detenzione delle figure di riferimento facenti parte dei clan della Sacra Coronoa Unita, una relativa autonomia  criminale, mantenendo peraltro trasversali rapporti con personaggi di rilevante spessore criminale i quali, in più occasioni, si sono posti da intermediari nella vendita di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente.

L’attività investigativa, protrattasi per oltre un anno e supportata anche dalle preziose dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha consentito di ricostruire centinaia episodi di spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana,  posti in essere dai vari indagati sul territorio.

Le intercettazioni telefoniche ed ambientali, compiute utilizzando le più sofisticate tecnologie, e le conseguenti attività di riscontro poste in essere con i metodi tradizionali di indagini, ossia lunghi pedinamenti, osservazioni, appostamenti, hanno poi consentito di chiudere il cerchio investigativo e corroborare a pieno quanto dichiarato dai due collaboratori di giustizia.

Inoltre, si sono potute descrivere nuove geometrie criminali, ovvero quelle che si venivano definendo in quel preciso momento storico consentendo di seguire man mano che si verificavano i fatti criminosi, consentendo in molti casi di prevenirli ed interromperli.

Ciò ha consentito di sequestrare in più occasioni ingenti quantitativi di sostanza di diverso tipo.

(comunicato Polizia di Stato)

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