A cura della Redazione

Un lungo, fragoroso e commosso applauso ha accolto a Somma Vesuviana l'arrivo della salma del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma nella notte tra il 25 e il 26 luglio. Ad attendere il feretro, avvolto nel Tricolore, centinaia di persone che, in un silenzio rotto solo dal rintocco delle campane, hanno seguito il picchetto d'onore che ha anticipato l'ingresso della bara all'interno della chiesa francescana di Santa Croce di Santa Maria del Corso. Nella stessa chiesa, circa un mese e mezzo fa, il carabiniere si era sposato con Rosa Maria Esilio.

Ai funerali quattro ministri e il presidente Camera. I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i ministri Elisabetta Trenta (Difesa) e Sergio Costa (Ambiente), il presidente della Camera Roberto Fico, il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa in rappresentanza del presidente Alberti Casellati: sono i rappresentanti delle istituzioni nazionali presenti ai funerali. Con loro il sindaco di Roma, dove Rega prestava servizio, Virginia Raggi, e di Somma Vesuviana, città natale di Rega, Salvatore Di Sarno. Foltissima la rappresentanza dell'Arma, con il comandante generale Giovanni Nistri.

Per l'ultimo saluto al militare si è radunata una grande folla: almeno 400 persone sono riuscite a entrare nella chiesa, mentre altre 500 si sono raccolte sul piazzale esterno. Alcuni giovani hanno preparato palloncini con la scritta "Ciao Mario".

L'arcivescovo: "Mario era fiero di essere carabiniere" - "Mario era fiero di essere carabiniere e come tale aiutava tutti quelli che incontrava sul suo cammino, nessuno escluso. Non chiediamo al Signore perché ce lo ha tolto, ringraziamolo per avercelo donato", ha affermato l'arcivescovo Santo Marcianò, ordinario militare per l'Italia, all'inizio delle esequie. Alla solenne concelebrazione hanno preso parte anche il vescovo di Nola, Francesco Marino, tutti i parroci di Somma Vesuviana e numerosi cappellani militari.

"Non accada mai più, vogliamo giustizia" - "Quanto è accaduto è ingiusto", ha proseguito Marcianò. "Siamo spinti a levare un grido che si unisce alla tante e diverse voci che in questi giorni hanno formato un unico coro, testimoniando la straordinarietà dell'uomo e del carabiniere Mario, ma anche chiedendo giustizia e che eventi come questo non accadano più. Basta! Basta piangere servitori dello Stato, figli di una nazione che sembra aver smarrito quei valori per i quali essi arrivano a immolare la vita".

"L'Italia risorge col suo esempio" - "Fate anche voi, responsabili della cosa pubblica, della vita degli altri il senso della vostra vita, consapevoli che quanto operate o non operate è rivolto a uomini concreti: a cittadini e stranieri, a uomini e donne delle forze armate e forze dell'ordine, ai quali non possiamo non rinnovare il grazie e l'incoraggiamento della Chiesa e della gente. E se voi e tutti noi sapremo meglio imparare, da uomini come Mario, il senso dello Stato e del bene comune, l'Italia risorgerà", ha sottolineato ancora il monsignore.