A cura di Anna Casale

“L’ironia è stata la sua chiave di vita fino alla fine", queste le parole della figlia, Stefania Bonfadelli, all’annuncio della scomparsa dell’attrice Franca Valeri.

Nome d'arte derivato dal poeta francese Paul Valery, all’anagrafe Alma Franca Maria Norsa, Valeri era nata a Milano nel 1920, lo scorso 31 luglio aveva compiuto 100 anni. Secondogenita in una famiglia borghese milanese, il padre della Valeri, Luigi Norsa, era di religione ebraica e la madre, Cecilia Valagotti, cattolica. Nel’43 padre e fratello, furono costretti a rifugiarsi in Svizzera, Franca e la madre, rimaste a Milano, per sfuggire alle deportazioni furono aiutate da un impiegato dell’anagrafe, che le rilasciò una carta d’identità falsa, che l’attestava essere figlia illegittima di Cecilia Pernetta di Pavia.

Attrice brillante e dalla signorilità unica nel suo genere, con la sua chiave comica ed ironica ha dato vita a personaggi femminili indagati ed osservati fin nelle minime e nascoste peculiarità, rappresentanti di una società passata, solo per una questione temporale. Autrice di personaggi critici in chiave comica, fenomenico-sociologici tra i quali la Signorina snob milanese dalla erre moscia e la sora Cecioni, popolana romana che “brandiva” tra le mani l’amato ed inseparabile telefono, nelle continue ed eterne telefonate con mammà.

Un ciclone che ha “destabilizzato” con il suo talento, la sua perspicacia e lungimiranza, una società dai connotati maschilisti. Ha toccato tutte le “sponde” della cultura: radio, tv, cinema, teatro, lirica, scrittura ed è sempre andata in “buca”.

Amica di Strehler, nel’49 entra a far parte della compagnia del “Teatro dei Gobbi” al fianco di Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli, con i quali si trasferisce a Parigi riscuotendo un gran successo col cabaret Carnet de notes n. 1 e n. 2, sketch satirici sulla società contemporanea scevri di scene e costumi.

Diretta da registi come Fellini, Steno, Risi è stata protagonista, sulle scene cinematografiche, con altrettanti mostri sacri, tra i quali Alberto Sordi, Totò, De Sica, Peppino De Filippo.

Dagli anni '70 fino agli anni 2000 scrive ed interpreta commedie proprie: “Lina e il cavaliere”, “Meno storie”, “Tosca e altre due”, “La vedova Socrate”, “Non tutto risolto” e “Il cambio dei cavalli”. Un processo di scrittura, il suo, che riesce a seguire e ad assorbire, man mano, il mondo e le sue continue e repentine trasformazioni di costume, culturali.

Franca Valeri, il suo genio, il raffinato aplomb, negli anni ha fatto incetta di successi e consensi tra il pubblico più disparato: dal critico intellettuale all’avventore popolano/popolare.